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Beautiful losers: 1) Brian Wilson

Creato il 26 dicembre 2011 da Hanz
Beautiful losers: 1) Brian WilsonMi hanno sempre affascinato le vite complicate di personaggi pubblici. Quante volte si pensa che essere famosi, meglio se ricchi, sia motivo di felicità, e quante volte la vita ci dimostra il contrario. Non parlo naturalmente di personaggi la cui notorietà e ricchezza deriva dal vacuo apparire dei nostri tempi (non di veline, calciatori multimilionari o fabrizicorona, per intenderci). Parlo di vite sofferte di gente di una sensibilità fuori dal comune, artisti, cantanti, ragazzi incapaci di gestire il successo - o la perdita dello stesso - e il dono della creatività. Della vita di Buster Keaton mi ha sempre interessato di più la traiettoria calante: come reagì quando dopo l'avvento del sonoro le case cinematografiche non seppero più che farsene del suo incredibile talento e lui scivolò via via nell'anonimato e nell'alcolismo. Capire cosa provò nel fare un film con Ciccio e Franco forse addirittura di più che non sapere come girò "The General". Per dire.
La storia della musica e, più in generale dell'arte, é piena di persone fragili e, per un motivo o per l'altro, insoddisfatte, fragili, troppo orgogliose o incapaci (di gestire fama e successo, di relazione con pubblico e media, di affrontare blocchi creativi, più semplicemente di vivere): potrei citare la celeberrima Amy Winehouse di cui tutti hanno parlato e sparlato, ma preferisco nomi a me più affini quali Elliott Smith, Mark Linkous, Vic Chesnutt e, a ritroso nel tempo, Syd Barrett. Ma in questi giorni, chissà perché, sono ner trip dei Beach Boys quindi inizio parlando di Brian e della famiglia Wilson.
Beautiful losers: 1) Brian WilsonI "Ragazzi da spiaggia" sono associati, nell'immaginario collettivo non soltanto statunitense, al surf: canzoncine vuote che parlano di onde californiare e del loro contorno fatto di belle ragazze e divertimento estivo: e infatti divennero famosi agli inizi degli anni '60 con inni come "Surfin", "Surfin' Safari", "Fun fun fun", "Girls on the Beach" e soprattutto "Surfin USA". Una specie di colonna sonora di "Baywatch" ante litteram, insomma. Peccato che dei giovanissimi componenti del gruppo (i tre fratelli Wilson: Dennis, Carl e Brian, il cugino Mike Love più l'amico di studi Al Jardine), il solo Dennis fosse davvero un appassionato e praticate di surf: per gli altri fu solo una maniera di "cavalcare l'onda" commerciale (ops!) e imporsi nelle classifiche americane incarnando lo spirito felice e spensierato del boom economico, anche sotto la soffocante e manesca spinta di papà Wilson, Murray.
Beautiful losers: 1) Brian WilsonQuesta strada stava stretta soprattutto a Brian, che fin da giovanissimo aveva imparato a scrivere canzoni e a costruire quelle armonie vocali che divennero il marchio di fabbrica della band. Leggenda vuole che, una volta ritiratosi dalle scene per dedicarsi all'attività in studio, iniziò una sua personalissima gara coi Beatles (epoca-Revolver, a.d. 1965) per chi sfornasse l'album migliore del secolo, in un'epoca in cui il formato standard era il singolo e i 33 giri erano solo raccolte di successi infarcite di inutili riempitivi.
Inutile dire chi vinse la gara: a "Revolver", Wilson rispose con l'immortale e fantastico "Pet Sounds" (osteggiato da parte del gruppo, soprattutto da Mike Love che davvero non ci ha mai capito una mazza), ma quando i Fab Four calarono l'asso "Sgt. Pepper's" il cervello di Brian si incartò. Tentò di superarsi, moltiplicando all'ennesima potenza le innovative tecniche di registrazione sperimentate con l'album precedente, regalò al pubblico un anticipo sopraffino come "Good Vibrations" e creo un'aspettativa incredibile sull'annunciato album "Smile". Alla fine "Smile" fu cancellato, brandelli ne uscirono (quasi sempre ri-registrati) nelle successive uscite discografiche a cominciare dal quasi omonimo (ma opposto per filosofia: tanto pomposo e stratificato doveva essere l'originale quanto grezzo, quasi lo-fi ante litteram, risultò questo) "Smiley Smile", e i Beach Boys continuarono, via via più mediocri e lontani dai gusti del pubblico, con un apporto creativo sempre più ridotto da parte di Brian.
Beautiful losers: 1) Brian WilsonEh si perchè quest'ultimo si chiuse sempre più in sè stesso e nel suo abuso di sostanze, prigioniero di un mondo fatto di solitudine, cocaina, alcool, cibo e paranoie; addirittura rimase per quasi tre anni a letto a dedicarsi alle sue fobie, incapace di  rialzarsi, in tutti i significati possibili del termine. Riapparve faticosamente in qualche occasione, anche in concerto, a metà degli anni Settanta, contribuendo ad un paio di discreti album del gruppo (soprattutto "Love You") per poi allontanarsi di nuovo dalla musica e dalla realtà. La distanza tra la musica del gruppo, di nuovo vuota, leggera e poco ispirata, e la sofferenza del loro leader si fece improvvisamente e tragicamente incolmabile.
Fu allora che la famiglia decise di affidarlo alle cure di uno specialista, tale Eugene Landy. Come già aveva fatto con successo pochi anni prima, con metodi poco ortodossi (ossia: isolandolo progressivamente dagli affetti e rimettendolo in piedi, almeno fisicamente, attraverso rigidi programmi di autodisciplina) Landy riuscì a strappare Wilson dall'oblio in cui si era cacciato ma prezzo di una dipendenza crescente da calmanti e psicofarmaci di vario genere e, a detta della famiglia di Wilson, dallo stesso psicoterapeuta. A fine anni 80 Brian appariva infatti totalmente succube di Landy, che trasse anche notevoli vantaggi eonomici dalla rinata attività creativa di Wilson; la vicenda terminò agli inizi degli anni Novanta, con l'interdizione dello psichiatra dall'attività e da ogni rapporto con l'artista.
Vicenda complessa e non facile da giudicare; quel che è certo è che lo sguardo del Brian Wilson degli anni Novanta, segnati dal ritrovato rispetto di critica e pubblico e da una meritata quanto tardiva riappacificazione con sè stesso e col proprio repertorio, è uno sguardo sofferente e vacuo, quasi fosse carico di tutta la sofferenza provata durante gli ultimi 25 anni.
Beautiful losers: 1) Brian WilsonNegli ultimi anni Brian Wilson ha ritrovato parte del tempo perduto, pubblicando album solisti di ottimo spessore ma soprattutto riportando in tour la perfezione di "Pet Sounds" e rimettendo mano al capolavoro perduto "Smile", prima pubblicandolo come disco solista e poi, pochi mesi fa, immettendo per la prima volta sul mercato le sessions di registrazione del 1967. Anche ascoltate ora a più di 40 anni di distanza, queste tracce sono la testimonianza di un astro musicale di prima grandezza, capace di inventarsi letteralmente un genere fatto di melodi e armonie vocali uniche, e di perfezionarlo con tecniche di registrazione assolutamente innovative e fuori dal tempo. Fatto ancora più incredibile se si pensa che Brian Wilson è fin dall'adolescenza praticamente sordo da un orecchio a seguito di - si dice - percosse subite dal padre (ragion per cui la gran parte delle registrazioni del gruppo era in mono).
Beautiful losers: 1) Brian WilsonE' notizia degli ultimi giorni la reunion dei Beach Boys, per un album nuovo e un tour che raggiungerà anche l'Europa nel 2012. Personalmente spero che riuscirò a vederli, anche se Brian sarà il solo fratello Wilson presente sul palco: Dennis il surfista è morto infatti tragicamente nel 1983 dopo anni di vita turbolenta segnata dall'alcool, e un tumore si è portato via Carl nel 1998. Il cugino Mike Love sarà invece purtroppo parte del progetto: il classico caso di chi è stato baciato dal successo senza quasi aver capito perchè e, anzi, avendo spesso boicottato gli slanci creativi di Brian distinguendosi per ottusità e supponenza (vedere l'incredibile discorso fatto in occasione dell'introduzione del gruppo nella R'n'R Hall of Fame, per credere) oltre che per le inguardabili camice.
E i Ragazzi da Spiaggia, nonostante abbiano scritto almeno un paio di capitoli di musica di eccelsa qualità e siano stati protagonisti di una storia a dir poco travagliata, amati e rispettati da generazioni di musicisti, rimarranno sempre scolpiti nell'immaginario collettivo per delle allegre e apparentemente innocue canzonette che parlano di surf, ragazze e divertimento in California.
Beautiful losers: 1) Brian Wilson

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