Rebecca James;
Rebecca James (Sydney, Australia 1970) è una scrittrice australiana che, da semplice casalinga con marito e quattro figli, è diventata autrice di best-seller con il suo primo romanzo BEAUTIFUL MALICE.
Intervista: http://www.sololibri.net/Beautiful-malice-di-Rebecca-James.html
Titolo: Beautiful Malice (isbn:9788806203597)
Autore: Rebecca James
Serie: #
Edito da: Einaudi
Prezzo: 17,50€
Genere: Adult Romance, Narrativa Contemporanea
Pagine: 296 pg.
Voto:
Trama:
L’omicidio e lo stupro di sua sorella Rachel, figlia modello, ha distrutto la famiglia di Katherine. Katherine, 17 anni, si trasferisce a Sidney da una zia, per sfuggire al senso di colpa (lei era presente e si è salvata), all’invadenza dei giornalisti e cercare di ricostruirsi una vita normale, nell’anonimato. Ma quando Alice, la ragazza più bella e affascinante della scuola, invita proprio lei alla sua festa di compleanno, la sua energia contagiosa irrompe nella vita di Katherine, le restituisce la spensieratezza della sua età e la riscatta dal suo drammatico segreto. Alice diventa la sua migliore amica. All’inizio è generosa, comprensiva, trascinante. Poi si rivela sempre più egoista, persino crudele: sembra intenzionata a far soffrire chiunque la circondi. E non accetta che nessuno la metta da parte, tanto meno Katherine. Non solo perché le vuole bene. C’è qualcos’altro che vuole da lei. Anche Alice nasconde un terribile segreto.
Citazione: “Ci sarei dovuta andare al funerale di Alice. Saprei, fino in fondo, che Alice se n’è andata per sempre”.
Recensione:
Considerata la nuova J.K.Rowling (vorremmo tanto sapere chi ha avuto il coraggio di dirlo! NdR) Rebecca Maizel approda nelle librerie ed è subito caso editoriale dell’anno.
In realtà questo romanzo, definito thriller psicologico – ma nato come romanzo rosa, e non chiedeteci come sia possibile passare dall’uno all’altro! -, ha ben poco del thriller e ancor meno di psicologico dato che sembra maggiormente una storia riguardante adolescenti (anche piuttosto problematici) descritti da un’adulta che riesce a rendere il tutto drammatico, esasperato e finto fino all’incredibile.
Precisiamo: non sono le vicende narrate ad apparire irreali ma bensì il romanzo stesso che, benché verosimile, non attira il lettore, al massimo riesce a scatenare un leggero nervosismo ma, alla fine, è pura inutilità.
L’intera vicenda è incentrata sul rapporto fra Katherine e Alice che, nonostante la giovane età hanno visto fin troppo della vita. Katherine è fuggita da Melbourne in seguito alla morte della sorella Rachel, appena quattordicenne, stuprata ed uccisa in circostanze oscure. Alice, invece, è bellissima, ricchissima e piena di fascino seduttivo, l’amica che tutti vorrebbero avere ma che tutti sanno che non si avvicinerà mai a loro. E invece lo fa, si avvicina a Katherine e la sceglie come amica del cuore. La storia procede con continui colpi di scena: Alice non è quella che appare, è malvagia e instabile, il suo unico scopo presto diventa quello di perseguitare Katherine.
Possiamo parlare della trama : estremamente americanizzata, carica di banalità e cliché che ricordano in maniera troopo evidente un telefim dove l’unico intento è quello di scioccare il lettore, lasciando alla memoria il tempo che trova.
Chi legge si ritrova ad urlare contro i personaggi – almeno a livello inconscio, nessuno desidera una stanza imbottita come dimora -, consapevole che non verrà sentito ne tanto meno che la digressione di scelte stupide possa avere la possibilità di invertire rotta. La strada verso l’assurdo è ormai spianata, non c’è speranza di redenzione!
I personaggi sono semplice marionette che compiono passivi delle scelte che l’autrice reputa ovvie o realistiche in date circostante ma che in realtà non fanno altro che scadere nel grottesco. Senza dubbio la malvagità e l’ossessione di Alice tratteggia con disincanto le peggiori pecche umane ma, come già detto, non è altro che un guscio che dimostra che “sì, non c’è limite al peggio“. L’ambiguità del mondo reale, nel delineare i personaggi, non è stata minimamente valutata, ogni personaggio ha una caratteristica (o meglio, difetto) che spinge il lettore ad odiarlo in modo viscerale tanto viene estremizzata. La realtà è ben diversa ed è proprio nei giochi di grigi che sta la forza di ogni caratterizzazione, anche minima, in un romanzo. Non può esistere un cattivo senza luce ne un buono senza un minimo di oscurità, essere buoni, senza tentazione, non rende valorosa la scelta del Bene e viceversa.
Non resta da chiedersi quanto della “realtà” e della “vita adolescenziale” l’autrice abbia carpito visto il quadro che dipinge, a meno che non abbia deciso volutamente di tracciarne uno confine così esagerato da risultare assolutamente ridicolo. Viste in che condizioni è la “realtà”, si resta sbigottiti che qualcuno possa immaginare di peggio!
E il tutto condito da un prezzo ridicolmente alto per un paperback – 17,00€ per neanche 300 pagine – (con seri problemi di rilegatura. Signori dell’Einaudi, un po’ di attenzione!) ma accompagnato da una copertina che merita veramente un applauso.
Un vero peccato che l’autrice abbia deciso di ridurre il concetto di crudeltà a pura e semplice follia galoppante - Alice va rinchiusa, altro che! – quando, in realtà, la vera Crudeltà, può apparire veramente affascinante se delineata con maestria.