Tolosa, Francia, 17 Agosto 1944, più o meno le 18:30. Una piccola colonna di camion, con a bordo una cinquantina di prigionieri, ha appena lasciato il carcere di Saint-Michel, e percorre la via Albi, diretta a nord-ovest.
Mezz'ora più tardi, nei pressi di Buzet-sur-Tarn (Haute Garonne), una colonna di veicoli militari tedeschi, compresa una macchina della Gestapo, abbandona la strada e comincia ad inerpicarsi su per un sentiero, verso il bosco.
Ben presto, dal bosco, si odono grida, colpi di fucile, raffiche di mitra. La sparatoria continua per 45 minuti. Dopo di che, la colonna di veicoli emerge dal bosco e torna sulla strada, in direzione di Tolosa.
Due giorni dopo, informati da alcuni residenti, le autorità di Buzet-sur-Tarn vanno nel bosco e scoprono che è avvenuto un massacro. Trovano una sorta di pira funeraria, ancora fumante. Sono i resti carbonizzati dei 50 prigionieri, tutti membri della Resistenza. Tra i cadaveri bruciati, c'è quello di Francisco Ponzán Vidal, noto anarchico spagnolo e militante della CNT.
Già, ma chi era Ponzàn? Asturiano di Oviedo, nel 1936, quando scoppia la guerra civile, fa l'insegnante a Huesca. Per sette mesi farà parte del Consiglio d'Aragona, in qualità di sottosegretario per l'Informazione e la Propaganda. Fino al giorno in cui, il consiglio, e le sue collettività agricole, verranno soppressi dalla Divisione del Generale Lister, suu ordine del primo ministro repubblicano Negrin. Ponzàn si arruola nella colonna ‘Rojinegra’, guidata dal suo amico, e compagno, Maximo Franco. Qui, organizza e guida un'unità di guerriglia specializzata in atti di sabotaggio dietro le linee nemiche, "Los Libertadores". Nel 1937, viene promosso capitano e coaptato nel SIEP (Servicio de Información Especial Periférica), i servizi speciali dell'esercito repubblicano, oramai completamente militarizzato. Ci resterà fino alla fine della guerra, e all'esilio.
In Francia, Ponzàn, ci arriva via Andorra, nel febbraio del 1939. Prima di essere arrestato e internato nel campo di concentramento di La Vernet, riesce a
stabilire un certo numero di depositi di armi. Quando, più tardi, viene assegnato a lavorare in una fattoria, comincia subito a costruire una rete anarchica di resistenza sui Pirenei orientali. Ben presto, la sua reputazione lo porta all'attenzione dell'esercito inglese che, nel novembre del 1939, arruola Ponzàn e il suo gruppo per organizzare un'operazione di "stay behind", in previsione dell'arrivo della Wehrmacht. Il gruppo di Ponzàn, costituito completamente da membri della CNT-FAI, includeva José Estevez, Pedro Marcos Bilbao, un ufficiale della marina mercantile spagnola, José Villa Briga Abizando, Antonio Castreo de la Torre, Onofre García Tirador, Juan Manuel (‘Juanel‘), Agustín Remiro, Saturnino Carod e Francisco Denís, ‘El Català’, Juan Zafón, Pascual ed Eusebio López Lagarta, Vicente Moriones, Amádeo Casares, Rafael Melendo, Ricardo Rebola, Ginés Camarasa, Victorio Castán, Coteno
Quando i tedeschi invadono la Francia, nel maggio 1940, si è oramai stabilita una robusta linea di comunicazione e una struttura di resistenza, in previsione di un'invasione tedesca della Spagna e del Portogallo. Ponzàn è reduce fresco da un raid in Spagna, dove ha riportato ferite non gravi. La danza ha inizio.
Dal 1940 al 1943, il gruppo di Ponzán riuscirà a salvare la vita a migliaia di combattenti della resistenza, e a mettere in salvo in Spagna i prigionieri di guerra che riuscivano ad evadere.
Nell'aprile del 1943, la polizia di Vichy lo arresta per possesso di documenti di identità falsi e lo fa condannare a 8 mesi di reclusione. Il suo ruolo nella resistenza, tuttavia, non era conosciuto fino al giugno del 1944, quando, poco prima della data di scadenza per il suo rilascio, viene tradito. Proprio la stessa mattina in cui gli alleati danno inizio allo sbarco in Normandia, la Gestapo lo trasferisce a Saint-Michel, carcere di massima sicurezza a Tolosa, dove rimane per tre mesi. Lo tortureranno fino a quella fatidica sera del 17 agosto - due giorni prima che la Resistenza liberasse Tolosa - quando insieme al altri 50 compagni (il numero esatto non è noto) viene ucciso a sangue freddo, il corpo cosparso di benzina e bruciato.
Dopo la Liberazione Ponzán riceverà elogi postumi dal primo ministro Clement Atlee, dal generale Eisenhower,e dal generale De Gaulle, che lo decorerà con la Medaglia della Resistenza e con la Croce di Guerra con la Palma, e gli conferirà la promozione, sempre postuma, al grado di capitano dell'esercito francese.
Una bella beffa per l'anarchico che si era battuto contro la militarizzazione delle milizie spagnole
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