Magazine Cinema
di Rowan Joffe
con Nicole Kidman, Colin Firth, Mark Strong
UK, 2014
Mystery, Thriller
durata, 91'
Immaginatevi una versione drammatica di "50 volte il primo bacio", contaminata niente di meno che da un film come "Memento" che, a tutt'oggi rimane uno dei film più belli di Christopher Nolan. insomma, una bomba esplosiva almeno sulle pagine e nelle parole del copione di "After You Go to Sleep", l'ultimo film di Nicole Kidman e Colin Firth. Caratteristiche che, tutte insieme, avrebbero dovuto rendere lo stesso, se non un campione d'incassi, almeno un lungometraggio degno di considerazione, e non, come invece è successo, un inedito, con scarse possibilità di arrivare dalle nostre parti.
Proviamo a capire le ragioni della debacle iniziando ad esaminare le caratteristiche di una storia che si offre al pubblico senza alcuna premessa, immergendolo fin da subito in un'atmosfera d'incertezza, causata dalla totale mancanza di riferimenti riguardanti la protagonista del film. Christine infatti, soffre di una perdita di memoria che le impedisce di ricordare gli avvenimenti del giorno precedente ed è costretta ad affidarsi alle verità delle uniche persone in grado di aiutarla: il marito (Firth), fedele ad oltranza nonostante il sentimento di estraneità che lo separa dall'amata consorte e il terapista, che, in segreto, la aiuta a recuperare ciò che ha perso.
Ovviamente nulla è ciò che sembra, e al film, così come ai personaggi, toccherà ricostruire a ritroso gli eventi di una vicenda che volge al nero quando, in un escalation di mezze verità, frammenti di memoria incominceranno a tormentare la mente della donna.
Ed è proprio nel tentativo di mettere insieme i pezzi del periglioso puzzle che il film perde quota, assestandosi dalle parti di un giallo del sabato sera, per via di forzature e di leggerezze che privilegiano la matematica narrativa a discapito della credibilità del testo.
Con una tensione ridotta al minimo sindacale, l'appassionato e' costretto ad accontentarsi delle briciole: la messinscena, sufficientemente rarefatta per rendere il paesaggio mentale della protagonista, e il duetto da Oscar rappresentato da Nicole Kidman e Colin Firth. La prima a rivendire un fasto per il momento scomparso, il secondo, a sfruttare quello da poco ottenuto. Routine, o poco più. (icinemaniaci.blogspot.com)
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