Li avevamo conosciuti tra le strade di Vienna, in una notte fatta di tanti discorsi, futili e filosofici, con la loro alchimia che pian piano si formava e si rafforzava, finendo in una promessa che avremmo tanto voluto vedere mantenuta.
Li abbiamo ritrovati 9 anni dopo, in una Parigi solare, in cui ancora una volta si sono lasciati andare alle parole, a rimpianti e a scuse, a scherzi del destino che li hanno separati, felici però di rivedere esplodere quell'alchimia fino ad un finale ancora una volta sospeso che fa però spuntare il sorriso.
E poi, eccoli di nuovo qui, insieme in una Grecia bucolica, provati e appesantiti dal tempo, dalla vita assieme, dalle figlie, con ancora tanti discorsi da fare, con promesse da mantenere e problemi da affrontare.
Jesse e Celine sono come dei vecchi amici che incontri di tanto in tanto, amici speciali e intelligenti, ma in fin dei conti così normali che affrontano i nostri stessi problemi, le nostre stesse paure.
La curiosità nel sapere cosa dopo 9 anni è loro successo, ci viene svelato da Richard Linklater solo dopo qualche minuto, con quel movimento di macchina a svelare le due gemelle nei sedili posteriori dell'auto che fa sussultare il cuore. Jesse e Celine, ospiti per una lunga vacanza ormai giunta al termine di un romanziere, affrontano come sempre argomenti comuni, strutturati in una sceneggiatura splendida che prevede scherzi, battute e riflessioni (l'idea del romanzo sul tempo di Jesse è quanto mai geniale, così come il parallelismo con i suoi due romanzi di successo) prima con gli altri ospiti, poi tra loro.
Già, tra loro, con l'ormai inevitabile lunga camminata a scoprire luoghi nascosti e meravigliosi, poi chiusi in una stanza, dove ogni problema esplode, dove Celine si trasforma in quella moglie -quasi moglie- frustrata e sfinita che fatica a trovare posto all'amore in una vita diventata routine, in una litigata che la rende al tempo stesso insopportabile ma vera, una donna tra le tante, come ammetto potrei essere io fra qualche anno: pronta a ribattere, controbattere, rigirare le parole non tanto per aver ragione, quanto per la determinazione a continuare, a sentirsi in qualche modo viva e pensante solo così. In tutto questo, Jesse è perfetto, da romantico incallito la seduce, la conquista, la tenta, svelando il segreto di ogni matrimonio o relazione: non dare l'altro per scontato, ma conquistarlo con amore e passione giorno dopo giorno.
Nei ruoli della loro carriera Ethan Hawke e Julie Delpy sono fenomenali, così autentici da far emozionare al primo sguardo: la loro verbosità è ormai un marchio di fabbrica ma anche la consacrazione di un'alchimia tra attori e regista che è qualcosa di unico.
Le lunghe carrellate, la macchina che si sofferma ancora una volta sui luoghi, o meglio sul cosa, poteva essere, ora rimasto vuoto, dimostra l'attenzione anche a livello di fotografia che il film, e l'intera trilogia, ha sempre mantenuto, diventando di volta in volta più matura.
Arrivati a quello che potrebbe essere il capitolo finale, la conclusione è che basta davvero poco per emozionare, basta guardare un tramonto, con quel sole che a poco a poco scompare e che potrebbe essere un'amara metafora, basta una lettera in cui romanticismo e ironia si fondono in un tutt'uno, basta una promessa che Jesse e Celine, dopo 18 anni, continuano a farsi e a mantenere.
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