“Era maggio ed erano solo le dieci del mattino, ma il sole splendeva già caldissimo. Sotto i piedi l’erba del giardino era tiepida, e la brezza, che si insinuava sotto l’abito di cotone di Katie, era piacevole come una carezza”.
Prima di diventare famosa come Sophie Kinsella con la serie “I love shopping”, l’autrice inglese ha scritto alcuni romanzi, pubblicati negli ultimi anni da Mondadori, con il suo vero nome, Madeleine Wickham.
“Begli amici” (Mondadori, 2014) è uno di questi. L’opera ha attirato la curiosità dei lettori, per lo stile lineare dell’autrice, unito alla sua solita ironia. Sono romanzi, quelli della Kinsella, che si leggono facilmente. Appassionano il lettore, senza gravarlo di pesanti fardelli o angoscianti problemi esistenziali.
Nella vita a volte basta un attimo e tutto cambia per sempre. Sarebbe bello poter tornare indietro, riavvolgere il nastro e impedire ad un evento, fortuito ed in apparenza banale, di accadere. Ma è inutile recriminare. Purtroppo le cose accadono e, alcune di esse, sono irreversibili. Gli equilibri collassano, quelle che si pensavano certezze vengono meno. È questo il tema principale su cui verte l’intera storia.
Come tutti gli anni, la famiglia Delaney organizza nella piscina della propria casa di campagna la cosiddetta “Giornata del Nuoto”, una tradizione a cui partecipa con entusiasmo l’intera comunità inglese del villaggio di Melbrook. È una domenica di maggio, particolarmente calda, e un tuffo in piscina è un vero toccasana. Così la pensano Louise e le sue figlie, Amelia e Katie, che hanno preferito andare a nuotare invece di seguire il padre a pesca.
Louise e Barnaby si sono separati da poco, e quella avrebbe dovuto essere la sua giornata insieme alle bambine. Invece sono tutti qui, a sguazzare in piscina col resto della comunità. Louise ora ha un nuovo amore, il giovane avvocato Cassian, tanto affascinante quanto ambizioso. Forse è a lui che la donna pensa mentre prende il sole e si concede un attimo di riposo. Ma ecco che dalla piscina, affollata di gente, giunge un grido.
Qualcosa è successo. Katie, la figlia minore di Louise ha sbagliato un tuffo e ha sbattuto violentemente la testa sul trampolino. “E poi ci fu lo spaventoso crac della tavola che scattava verso l’alto, colpendo il capo della bambina con una forza terribile e maligna. E poi ci fu silenzio, mentre il corpicino, apparentemente senza vita si inabissava lentamente nell’acqua”. In breve tempo l’intero villaggio viene coinvolto nel dramma.
Facciamo la conoscenza di vari personaggi, ciascuno, a modo suo, avente un ruolo importante nella vicenda. La piccola comunità è solo all’apparenza pacifica e unita, e i rapporti che sembravano solidi si sgretolano. Si creano delle fazioni. I peggiori istinti vengono a galla, invidie, giochi di potere che, subdolamente, si insinuano fino a riuscire a soggiogare la volontà altrui. La piccola comunità sembra divisa in puri di cuore, ma troppo ingenui, e spregiudicati dalle grandi ambizioni.
Alcune figure sembrano uscite dal mondo delle favole e suscitano nel lettore un senso di frustrante impotenza. Ma sono proprio loro a determinare il pathos. Personaggi in balìa della cattiveria altrui, che non sembrano avere coscienza di niente. Penso sia questo “desiderio di riscatto” a tenere il lettore incollato al testo. Si cerca di leggere la storia nel minor tempo possibile, facendo il tifo per i più deboli. Affinché essi aprano gli occhi e possano vendicare i soprusi subiti.
“Begli amici” è una storia di miserie umane e bassi istinti che si scatenano impietosi nei momenti di maggior difficoltà. Davvero possiamo arrivare ad essere così squallidi e meschini pur di raggiungere i nostri scopi? E davvero ci rendiamo conto di essere stati felici solo dopo avere perso tutto? Madeleine Wickham se lo è chiesto e, attraverso questo romanzo, credo abbia ampiamente risposto.
Written by Cristina Biolcati