Oggi vi voglio raccontare una storia che inizia tanto tempo fa in una terra lontana lontana… per la precisione in Cina, a Beijing, su un prato del Beihai Park nel torrido agosto di 7 anni e mezzo fa quando tre stanchissimi turisti italici sfiniti dal jet lag si sdraiavano su quel prato per cercare un po’ di riposo… Nel gelido inverno di 7 anni dopo una di loro ci è tornata su quel prato: al posto dell’erbetta verde c’è una distesa brulla, le fronde dei salici un tempo rigogliose ora si protendono in avanti spoglie e sospinte dal vento gelido, l’acqua del vicino lago un tempo verdeggiante di ninfee ora è ricoperta da uno spesso strato di ghiaccio popolato di pattinatori… e nonostante ciò il ricordo rinasce vivido e presente nella mente dell’osservatrice che ride da sola come una scema guardando l’angolo forse meno rappresentativo del parco e filmandolo, fotografandolo e poi fissandolo con un’espressione da ebete sul viso… Quella pazza naturalmente sono io pochi giorni fa quando vagai in lungo e in largo per il parco in questione pascendomi nella sua quiete… giovani e anziani che passeggiano, cantano, fanno ginnastica, ballano all’ombra del grande stupa bianco in cima all’isola di giada…
Cammino tra vialetti, pagode e laghetti ghiacciati finché la temperatura non precipita improvvisamente come accade sempre qui d’inverno quando il sole cala. Prendiamo un taxi che ci accompagna a Liulichang, la via degli antiquari che si infila nell’hutong dove si trovava l’ostello che 7 anni fa ci accolse a Beijing: il viaggio indietro nel tempo continua. Ritrovo il minuscolo negozietto dove comprai i timbri, l’angolo dove scattai una delle foto più belle ad un signore che leggeva il giornale, il caos del vicolo pieno di venditori di cibo dove si è costretti a schivare continuamente carretti carichi di merce e biciclette, la banca dove per la prima volta cambiammo i soldi canticchiando sui gradini aspettando che aprisse, la ‘nostra’ fermata della metro di Hepingmen… Attraversiamo l’hutong fino ad un’altra fermata della metro che mi suona familiare, Qianmen, vicina alla strada dello shopping selvaggio di 7 anni fa che però ora non esiste più… Proseguiamo il viaggio nel tempo con una cena a base di anatra alla pechinese nello stesso mega locale dell’altra volta, e poi con l’irrinunciabile giro notturno in piazza Tianamen, stesso identico programma dell’ultima nostra serata cinese di 7 anni fa. Oggi però, nonostante siano solo le 8, la piazza è già chiusa e deserta, niente aquiloni che svolazzano nell’aria pregna di magnetismo della piazza più grande del mondo e una delle più famigerate… L’immensa distesa lastricata tra il Mausoleo di Mao e il suo faccione appeso alla Porta della Pace Celeste (questo il significato di Tiananmen) è deserta, coppie di guardie camminano impettite avanti e indietro lungo il perimetro, l’obelisco del Monumento degli eroi del popolo svetta luminosissimo al centro della piazza mentre altre guardie marciano ai suoi piedi, tutto è avvolto da una spessa nebbia che vela e insieme intensifica le luci dando un che di davvero mistico all’atmosfera della piazza.
E così, con gli immancabili scatti davanti al ritratto di Mao, si conclude questa nostra giornata di Beijing déjàvu che mi ha fatto rivivere in poche ore il primo e l’ultimo giorno del fantastico viaggio che mi portò qui nel 2005, la mia prima volta in Cina, amore a prima vista… e vissero tutti felici e contenti ^_^
北京市, 2013 年 1 月 10 日
[ Diario di viaggio di Federica L. ]