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Belem: il luogo degli esploratori

Creato il 27 ottobre 2014 da Giovy

Visitare Belem in Portogallo

Foto da Panoramio.com


Di Lisbona e del mio viaggio in Portogallo ricordo tutto molto bene, comprese le sfumature intense dei colori del cielo di quei giorni. Uno dei posti che più mi è rimasto nel cuore è la zona di Belem.
Ci andai perché volevo a tutti i costi vedere il monumento agli esploratori e finii per sedermi là sotto e meditare su cosa fosse il viaggio per me. Ma non solo.
In questi giorni la mia amica Barbara Perrone è intenta nel suo nuovo "swap" project. E' proprio in Portogallo ed io le auguro ogni bene perché questo suo progetto mi piace molto.
Come vi dicevo prima, del mio viaggio in Portogallo ricordo anche i dettagli più piccoli perché è durato poco ma è stato tanto intenso e ricco di spunti.
Una mattina, partimmo da Lisbona col tram e raggiungemmo la zona di Belem.
A ridosso della foce del Rio Tejo (il fiume Tago), si tratta di un luogo denso di storia, bellezza, malinconia portoghese e bontà.
In primis, proprio dove ferma il tram di linea, appena al di là di alcuni splendidi giardini,  possiamo ammirare il Monastero dos Jeronimos, la prima delle grandi bellezze condensate in questa zona.
Consiglio mio: meglio evitare la domenica per venire da queste parti. Nei giorni lavorativi è molto meglio. Il tutto è più tranquillo e si vive la visita con più calma.
Il monastero dos Jeronimos è stato costruito per celebrare il ritorno di Vasco da Gama in patria. Siamo all'inizio del 1500 circa. Proprio dentro questo monastero troviamo ora la tomba del famoso navigatore nonché quella del poeta Ferdinando Pessoa. Un passaggio qui è più che doveroso.
La seconda meraviglia targata Belem è qualcosa capace di appassionare anche chi, solitamente, non è proprio un gourmet: sto parlando dei Pasteis de Belem o Pasteis de Nata (Pasteis al singolare fa Pastel).
Compratene un sacchetto, sedetevi sulla riva del Tejo e contemplate questa bontà assoluta.
La terza meraviglia, almeno per me, è il monumeto agli esploratori... mio vero cruccio in quel viaggio in Portogallo. Chiamato anche "Monumento alle scoperte" è stato progettato e realizzato nel 1960, periodo in cui il Portogallo era in piena dittatura.
La dittatura di Salazar durò fino al 25 Aprile del 1974 ed è un fatto che non si considera mai molto quando si parla di Portogallo.
Il dittatore volle innalzare un monumento che celebrasse la grandezza portoghese nella scoperta del nuovo mondo, e non solo.
Quello che vediamo oggi è il mix bilanciato tra la vera storia e la mania di grandezza di un dittatore.
Qualsiasi sia la storia di questa sorta di prua di nave lanciata verso l'oceano e la foce del fiume, quello che importa è il suo significato.
Dopo una giornata passata a girare pe Belem sotto il sole, io non aspettavo altro che il tramonto in quel luogo.
Mi sedetti sulla riva del fiume con i pasteis nello zaino e lo sguardo rivolto verso gli eploratori.
Mi sentivo quasi alla presenza del loro spirito e capii che per me, quel luogo, non era di certo un posto a caso.
Per un momento, quel giorno, riuscii a scostare il pensiero dalla mia voglia di viaggiare per il mondo e pensai al controsenso di quel monumento: raccontava di gente che guardava il mare con la speranza di un futuro che fosse migliore. Proprio come i portoghesi in quegli anni di assurda dittarura.
Al mondo ci sono i luoghi densi di storia e di storie e Belem è uno di questi.
Ogni centimetro di quel molo sa dire qualcosa, ogni pianta dei suoi giardini e ogni pietra che costituisce una balisica, una fortificazione e una torre.
Se tornassi ora a Lisbona, il primo posto in cui andrei sarebbe proprio Belem.

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