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Di Marina SzikoraLa Serbia guarda con attenzione al prossimo Consiglio europeo di fine dicembre aspettandosi l’avvio ufficiale dei negoziati di adesione all’UE. Il capo della delegazione dell’Unione in Serbia, Michael Davenport, ha affermato in questi giorni che Bruxelles appoggerà le riforme in Serbia e si aspetta che le intenzioni dell’esecutivo serbo diventino realtà. Non si tratta quindi soltanto della normalizzazione delle relazioni con Priština, bensì anche di passi concreti nel processo di riforme. Davenport ha precisato che il governo serbo deve adottare la strategia per la riforma della pubblica amministrazione. Tutto questo rappresenta grandi sfide, afferma il rappresentante dell’UE ribadendo che l’Unione appoggerà queste riforme e aggiungendo che è indispensabile la loro attuazione non soltanto l’adozione delle leggi. Bisogna migliorare il lavoro delle corti sia a livello nazionale che quello locale; verrà osservato anche il consolidamento e l’attuazione della strategia sui media, il rispetto dei diritti delle minoranze etniche e della comunità Lgbt, nonché il miglioramento del clima per la imprese il che consentirà la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore privato.
Il rappresentante dell’UE ha informato che è in corso il lavoro relativo alla cornice negoziale per la Serbia di cui attualmente si discute nei paesi membri e si aspetta che il Consiglio europeo il prossimo 19 e 20 dicembre esamini la possibilità di convocare la prima conferenza intergovernativa entro la fine di gennaio. Davenport ha ricordato che le conclusioni del Consiglio dello scorso giugno puntano sulle aspettative che la Serbia applichi pienamente l’accordo di Bruxelles. A tal proposito la questione sarà cruciale quando si esamineranno i risultati raggiunti da Belgrado: un avanzamento nell’attuazione dell’accordo è evidente, ha detto il rappresentante europeo, sottolineando anche l’importanza che una buona parte dei cittadini serbi in Kosovo si siano recati alle urne e abbiano votato. Tutto sommato, le valutazioni sono positive.
Alla Serbia quindi è stato precisato chiaramente che i negoziati di adesione dipendono dal processo di normalizzazione delle relazioni con Priština e in questo senso si pretende anche che Belgrado non impedisca al Kosovo di entrare nelle istituzioni internazionali. Tuttavia, proprio in questi giorni i media serbi scrivono che la Serbia ha rafforzato la sua battaglia diplomatica il cui obiettivo è proprio quello di ostacolare l’ingresso del Kosovo nelle organizzazioni mondiali ed europee. Ricordiamo che attualmente il Kosovo può partecipare soltanto alle organizzazioni regionali con la nota obbligatoria nei documenti delle riunioni che specificano lo status attuale del Kosovo. Il capo della diplomazia serba Ivan Mrkić ha parlato in questi giorni di un'azione di lobbing a favore dell'ingresso di Priština in diverse organizzazioni come l’OSCE o il Consiglio d’Europa. Se ciò sarà confermato, ha dichiarato Mrkic, Belgrado chiedera’ spiegazioni a Bruxelles alle prossime riunioni con l’Alto rappresentante per la politica estera dell’UE, Catherine Ashton.
Gli Stati Uniti, da parte loro, appoggiano gli sforzi del governo della Serbia per implementare l’accordo raggiunto tra Belgrado e Priština con la mediazione di Bruxelles: è quanto emerso dall’incontro del premier serbo Ivica Dačić con il sottosegretario americano per le questioni europee ed euroasiatiche, Hoyt Brian Yee. In occasione di una prima visita del rappresentante dell’amministrazione americana a Belgrado, Ivica Dačić ha avuto la conferma che gli Stati Uniti sostengono pienamente la via europea della Serbia, l’impegno verso le riforme dall’esecutivo di Belgrado e al tempo stesso salutano il processo di dialogo con Priština verso la soluzione del problema Kosovo. Secondo le dichiarazioni del premier Dačić, il governo della Serbia si impegna a migliorare le relazioni con gli Stati Uniti e ha indicato le diverse possibilità per migliorare in particolare la collaborazione economica. Dačić ha rilevato che nei primi nove mesi di quest’anno l’esportazione della Serbia verso gli Stati Uniti e’ aumentata del 70 percento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e si è detto fiducioso che le imprese americane investiranno nell’economia serba.
Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 28 novembre a Radio Radicale
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