La famiglia Bélier (Francia, Belgio 2014) Titolo originale: La famille Bélier Regia: Eric Lartigau Sceneggiatura: Victoria Bedos, Stanislas Carré de Malberg Da un'idea di:
Ciao rincoglioniti, lo sapete cosa diceva il regista francese François Truffaut? Probabilmente no, visto che siete rincoglioniti. Non offendetevi. Ve lo dico con amore, come fa Paula Bélier con la sua famiglia all'interno del film La famiglia Bélier. Truffaut diceva: “Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica faranno la mia felicità fino alla mia morte.” A me basterebbe anche solo un film al giorno per farmi felice, purché sia un fim come La famiglia Bélier.
Una pellicola che parte con le note di “That's Not My Name” dei Ting Tings ascoltata nelle cuffie dalla giovane protagonista Paula Bélier mi mette subito nel mood giusto per una visione quantomeno gradevole. Può sembrare un inizio casuale, invece non lo è. Durante questa scena vediamo Paula cantare, cosa che giocherà un ruolo centrale all'interno della narrazione del film. La fanciulla è una campagnola che sembra uscita da un video dei Mumford & Sons o da una canzone di Johnny Cash. È una ragazzina che non ha ancora avuto le mestruazioni, ma è molto più matura di molte sue coetanee, ed è alle prese con il passaggio dall'infanzia all'adolescenza, con tanto di stravolgimenti emotivi, sentimentali e sessuali di quelli che solo a quell'età si possono attraversare, ed è pure alla ricerca di capire cosa fare del resto della sua vita. Cosa che tanti, anche con il doppio della sua età ve lo assicuro, non hanno ancora compreso. Paula si trova a dover scegliere tra due possibilità. La prima è la sua monotona, ma nemmeno troppo, vita di tutti i giorni nella cascina di famiglia. Una famiglia quella Bélier che non è di quelle che si vedono tutti i giorni. I suoi genitori e suo fratello sono sordomuti. Non avete sentito?
Ma che è? Siete sordi pure voi?
Ho detto che i suoi genitori e suo fratello sono sordomuti. Sentito, adesso? Lei no, lei una voce ce l'ha ed è pure una bella voce. Oddio, non so se passerebbe le selezioni di X Factor con qualche giudice un po' severo come Simon Cowell o Morgan, o che fa finta di capirne qualcosa di musica e invece non ne capisce una mazza come Simona Ventura, però possiede una discreta voce. Ad esserne convinto è il suo vocal coach che no, non è Emma Marrone né Elisa, bensì un tizio che sembra Herbert Ballerina, l'amichetto di Maccio Capatonda.
"Suono questa tastiera come se fosse...
una catapulta!"
Ed è qui che Paula si trova di fronte a un'altra possibilità, a un altro futuro possibile per la sua vita. Il suo vocal coach cerca infatti di farla partecipare alle audizioni per entrare in una scuola di canto prestigiosa. Quindi no, nemmeno questa volta sto parlando di quella di Amici. Mi riferisco a una scuola di Parigi. Il problema è che così dovrebbe lasciare la sua particolare famiglia in balia del suo destino. Sapranno cavarsela anche da soli, questi campagnoli sordomuti? Considerando che il padre si candida in politica come sindaco della cittadina in cui vivono, ce la possono anche fare. D'altra parte, se Berlusconi e Renzi ce l'han fatta a diventare premier, tutto può succedere.
La famiglia Bélier è una pellicola deliziosa, adorabile, ma non adorabile in una maniera plasticosa o stucchevole o pucciosa, adorabile nel senso più bello e bastardo del termine. Perché i francesi sono dei bastardi, lo dico anche in questo caso nel senso migliore del termine. Per quanto siano presenti dei momenti da “volemose bene”, c'è sempre un senso dell'umorismo irriverente e poco politically correct che avvolge tutto, nei confronti della politica (attraverso la figura del sindaco), della scuola (la scelta antiquata di far interpretare le canzoni di quello che potremmo definire il vecchio babbione Baglioni francese), e pure dell'handicap, in una maniera non troppo distante da Quasi amici.
Il pregio principale del film comunque è un altro e sta tutto nel titolo: la famiglia Bélier. La cosa fantastica sono loro. I genitori e il fratello sessuomani, ancor più che sordomuti, e soprattutto lei: Paula Bélier, interpretata dalla strepitosa esordiente totale Louane Emera, che tra l'altro ha appena pubblicato il suo album d'esordio come popstar, finito subito al primo posto dei dischi più venduti in Francia.
La Paula Bélier interpretata da Louane è uno dei personaggi femminili più belli degli ultimi tempi. Una sorta di anti-Cenerentola. Una tipa indipendente, che nonostante le sue forti insicurezze è una ragazza molto forte, che fa il paio con la Fiona Gallagher di Shameless. E a proposito di serie tv...
Una volta finita la pellicola, si vorrebbe saperne ancora di più, di questi personaggi. Si vorrebbe stare ancora con loro. Non dico che voglio andare a vivere dalla famiglia Belier, perché abitano in una cascina in campagna e bleeeeeah che schifo, ci sono gli insetti e le bestie e la puzza. Non mi spiacerebbe però vivere con la famiglia Belier in città. O, se non altro, mi accontenterei di una serie tv a loro dedicata. Io voglio, io pretendo una serie tv a loro tutta dedicata. E poi volevo dire un'altra cosa bellissima e importantissima su una scena stupenda della pellicola, quella in cui Paula si esibisce con il suo pseudo-fidanzatino di fronte a tutta la scuola, solo che mi ha lasciato come il titolo del nuovo programma con Antonella Clerici, cioè...
(voto 7+/10)