“Bella Addormentata” è un film drammatico nel senso più assoluto del termine dove l’unica fonte di sarcasmo che ogni tanto arriva perché deve spezzare un atmosfera faticosa e opprimente si riduce alle poche incursioni dello psichiatra di partito interpretato da un memorabile Roberto Herlitzka. Marco Bellocchio non parla mai direttamente del caso Englaro (qui dagli ultimi giorni fino alla morte) ma si limita a poggiarlo sullo sfondo per mostrare come questo riesca ad unire, seppur in maniera discordante, gli interessi di un paese anch’esso malato. Le storie che coinvolgono i protagonisti sono tutte in qualche modo legate al tema dell’eutanasia e simultaneamente aiutano il regista ad esprimere quanto la società attuale abbia raggiunto uno stato di salute altamente preoccupante.
Con immensa delicatezza allora Marco Bellocchio strugge e appassiona, parlando del nostro paese ed espugnando il dibattito su un tema difficile, affrontato con intelligenza, rispetto e un pizzico di poesia. Allo stesso modo rispetta anche il pubblico, che mai troverà le sue idee venire influenzate minimamente dalla storia. Tuttavia, questo essere così imparziale “Bella Addormentata” non riesce a trattenerlo all’infinito e quindi lascia intravedere, in fase di compimento, un sottile spostamento dell’ago della sua bilancia. Ma non è nulla di ricattatorio, solamente una dichiarazione d’amore rivolta a tutto il genere umano. Poiché, ci crediate o no, anche l’eutanasia può avere le sue grandi sfumature.
Trailer: