Belle Epoque a Mentone.

Creato il 18 settembre 2013 da Enricobo2

L'Hotel Alexandra - Mentone


Mentone ha avuto una storia strana, in pratica è stata condannata dalla sua miracolosa posizione geografica a vivere di turismo estero. Lasciamo stare la storia recente in cui, essendo ormai da tempo Francia a tutti gli effetti, ha subito l’invasione dei pensionati padani, che avendo cullato per tutta la vita il sogno dei poveri, quello di avere un bilocale in Liguria, non appena hanno messo le grinfie su quei quattro soldi di liquidazione, si sono accorti che i Liguri, non li lasciavano neanche entrare nell’agenzia immobiliare, mentre appena passato il confine, facevano loro ponti d’oro e non gli facevano neanche pagare la spiaggia. Sono quindi state immediatamente rase al suolo ville e case precedenti per fare spazio ad una adeguata serie di condomini da dare in pasto ai futuri leghisti. Ma come mai c’erano già tutte queste meravigliose ville e villette fin de siècle da abbattere? Perché da tempo si sapeva che la zona fruiva di un microclima strepitoso, in pratica, il più temperato della Francia, tanto che prosperava la coltura dell’agrume di ogni tipo e foggia. 

Una turista all'ingresso dell'Hotel

Quindi da quasi due secoli, i medici di tutta Europa avevano sparso la voce che questo era il posto adatto per la cura del mal sottile, che mieteva vittime alla grande, specie tra coloro che avevano il grano. Praticamente, da come si era sparsa la voce arrivavano a frotte, inglesi, nordeuropei in genere e russi in particolare, tutti nobili, alti borghesi e danarosi di ogni specie, tubercolotici di ogni risma e paese, purché ricchi. E’ ovvio che come spesso capita i medici non avevano capito nulla e il clima di questa parte del sud della Francia, assai umido in verità, li faceva morire come le mosche, come si può ben vedere nel cimitero, bellissimo che sovrasta la città vecchia, ma loro continuavano a venire in massa, quindi bisognava predisporre per l’invasione. I più ricchi e malati si facevano la villa, ce ne erano più di 150, di queste ville belle epoque, una più bella dell’altra e con parchi favolosi, perché la famigerata umidità, esiziale per la tisi era una man santa invece  per tutta la flora soprattutto esotica che cominciò a popolare la zona, naturalmente estirpando senza pietà i magnifici agrumeti di cui il paese era famoso e quindi giù palme come se piovesse. 

L'Hotel Imperial - Menton.

Per tutti gli altri cominciarono a sorgere degli enormi alberghi, ciascuno con centinaia di camere dove i curandi stavano quasi sei mesi all’anno, sempre che non se ne andassero prima all’altro mondo. Ce n’erano più di 50, posizionati vista mare su tutta la collina, in modo che l’aria spirasse sempre per portare via i microbi. Furono costruiti con ogni dovizia di particolari di lusso, secondo lo stile che imperava a Brighton, culla del turismo di oltremanica, che insegnava a tutti questo nuovo bisogno. Palazzi bellissimi dove si giocava, si faceva sport, tennis, croquet e si passeggiava negli splendidi parchi, popolati di bella gente malatissima, fino agli anni 40. Poi dopo la guerra si capì che quell’epoca era finita e stava arrivando l’orda dei pensionati padani. Niente paura, certo cambia un po’ lo stile e invece dei principi russi che perdevano con nonchallanche una fortuna al tavolo della roulette in una notte, ci si sarebbe dovuti adattare a massaie depassédisponibili solo a giocarsi una mezza pensione alle slot, invece di contessine inglesi emaciate che passeggiavano sul lungomare sospirando sotto i pini marittimi, ci sarebbero stati panzuti anziani col cane a camminare tra le palme senza neanche la paletta per raccoglierne le cacche, ma tanto è, bisognava far di necessità virtù e in un decennio tutti i grandi e prestigiosi alberghi che avevano ospitato la nobiltà mitteleuropea furono trasformati in condomini, le camere in studiò e le suites in bilocalini economici. 

I grandi saloni furono tramezzati alla meglio e le fastose sales à manger trasformate in sale condominiali. Solo due sono rimasti a far la loro funzione d’albergo, il Balmoral e un altro mi pare, che stranamente erano stati costruiti pieds dans l’eau, contrariamente ai dettami medici ma come piace tanto ai turisti moderni. Ma quando capita, come in questi giorni che venga data la possibilità di entrare in queste che ora sono proprietà private per ammirarne i giardini e quel che rimane ancora dei grandi scaloni e degli ambienti comuni, non perdetevi l’occasione. Oggi ho visto l’ex Hotel Alexandra, nel quartiere cosiddetto “dei Russi” e l’Imperial, di cui ricorre il centenario della costruzione. Una emozione incredibile. Un tuffo nel passato che, mentre scorri lo sguardo su stucchi ai soffitti, grandi lampadari, marmi su scale a ferro di cavallo, mentre percorri i vialetti tra le palme centenarie ed i ficus maestosi, ti mette un po’ di vergogna per le tue ciabatte malconce, gli short e la maglietta sudata, quasi in quel momento passasse rasente al muro la contessina Demirov con la dama di compagnia a guisa di chaperon, che ti guarda severa, mentre lei soffoca con un fazzoletto di trina, un leggero colpo di tosse o la figura curva del visconte Hoffenbaker che rientra, appoggiandosi al bastone da passeggio in avorio, dopo una notte disastrosa al tavolo del baccarat. Sic transit gloria mundi e date un'occhiata al menù di cento anni fa!

Il menu dell'inaugurazione dell'Hotel Imperial - Menton - Marzo 1913

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