Belle Epoque de sta Cippa

Creato il 27 maggio 2011 da Lollo

Milano, 27 Maggio 2011. il mio karma non era ancora stato abbastanza umiliato, quindi si è optato per un burrascoso temporale nello stesso esatto, preciso momento in cui io decidevo di andare in piscina a sfogare le mie frustrazioni. Il suddetto Karma sta sprofondando in un baratro, si sta inabissando come il Titanic.
Sono giunto da Parma per stare “tranquillo” a Milano, niente di più sbagliato, domani parto per Urbino perché mio padre si è messo in testa che dobbiamo fare una gita culturale, domenica sarò in Umbria a casa di parenti (romani) per una rimpatriata nazionale della mia famiglia. La maggior parte degli invitati non so nemmeno chi siano. Non contento ho deciso di non tornare a Milano perché ho fatto abbastanza danni, ma rimarrò qualche giorno a Roma dalla zia. La sua compassione nei miei confronti è illimitata. Farò tappa ai quartieri alti (nel vero senso della parola) dalla nonna e da qualche amica d’infanzia che ha voglia di ridere delle mie disgrazie amorose.
Quindi se sparirò per alcuni giorni non immaginatemi in Tibet a meditare perché non sarebbe il mio caso, piuttosto immaginatemi a visitare qualche museo romano alla ricerca della pace dei sensi.In questa settimana milanese, oltre che lavorare, uscire e addirittura partecipare ad un tributo di Lady Gaga, ho trovato le forze per trascinarmi a Como a vedere la bellissima mostra a Villa Olmo “Giovanni Boldini e la Belle Epoque”. Per intenderci, vi consiglio di andare ma dotatevi di ventilatore, scarpe comode e deodorante.Sono andato da solo, ho preso il treno da solo e da solo mi sono goduto il lungo lago mentre le coppie innamorate mi guardavano e sospiravano per me “Poverino”. Io, trasognato guardavo il panorama e ho esclamato. “Quel ramo del Lago di Como dove la Betta si limona Clooney”. Poesia allo stato puro. Non trovate?
La mostra è davvero eccezionale, i quadri sono superlativi visti dal vivo, ritratti eleganti di donne che hanno un charme innato e che sono l’emblema del gusto, della classe. Aristocratiche salottiere di Parigi che facevano a gara per farsi ritrarre dal giovane ferrarese, un piccolo olio, un disegno a pastello, i suoi tratti veloci e sublimi costruivano una sensualità femminile audace ma mai volgare.A far da contorno alla Francia di quel periodo, in piena esplosione borghese altri artisti italiani ma dal tocco francese, Corcos e De Nittis, esempi di una raffinatezza visiva fuori dal comune.









Vale la pena cuocere sotto al sole del lungo lago e raggiungere la fondazione Antonio Ratti, istitutore del Museo del Tessuto, il MuST, che si trova non lontano dal Villa Olmo.In occasione della mostra di Boldini, la fondazione ha esposto modelli originali di abiti d’epoca, campioni di stoffe, merletti, pizzi, velluti e sete d’epoca, a cavallo tra il 1800 e il 1900. Si possono anche osservare con attenzione e meraviglia, i minuziosi bozzetti della modista Emilia Borghi, figlia di un industriale cotoniero che si ispirava alla moda francese e alle riviste nate nei primi anni del XX secolo. La collezione di Antonio Ratti, famoso imprenditore tessile, comprende velluti rinascimentali, scialli del 1700 di produzione lionese, cachemire indiano e 2500 libri di campioni per i tessuti in voga dal 1840 al 1980. Un patrimonio inestimabile per il mondo della moda contemporaneo che continua ad approfondire l’interesse per il passato. È stata una giornata ricca di visioni splendide, mi sono anche ustionato la faccia, ho speso un capitale per comprare il catalogo della mostra ma ne è valsa la pena. Vale la pena scoprire il mondo e le persone, nonostante non sia sempre facile.Parola di Karma in continuo cedimento.

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :