La sicurezza, o la presunta illusione di essa, è stata ripristinata sul territorio, eppure la paura di venire sorpresi e di trovarsi nuovamente in pericolo non ha abbandonato l'immaginario di una parte della popolazione (grande o piccola che sia).
O almeno questo è il pensiero di Jaume Collet-Serra, che americano non è, vista la sua appartenenza spagnola, ma che si serve per il suo "Non-Stop" di una sceneggiatura scritta a quattro mani dagli americani John W. Richardson e Christopher Roach, per raccontare una storia che può sembrare il classico thriller terroristico ma che invece aspira a voler essere ben altra cosa.
Con un incipit che fa molto romanzo di Agatha Christie, e l'uso di un Liam Neeson ormai collaudatissimo interprete del genere action, la pellicola di Collet-Serra imbastisce uno scenario claustrofobico e misterioso su un potenziale assassino che contatta, via sms, lo sceriffo aereo Bill Marks, minacciando, a bordo del volo su cui sono entrambi, la morte di un passeggero ogni venti minuti a meno che non gli siano versati centocinquanta milioni di dollari su un conto corrente bancario. Creata la suspense e confermata la serietà del terrorista, "Non-Stop" si concede ad una crescita costante, condita da numerosi colpi di coda, onorando il genere - e quindi giocando coi passeggeri sospettati - e rovesciando le carte, mettendo in discussione la figura dello sceriffo a causa dei suoi problemi personali di alcolismo e debiti.
Sebbene il finale, rassicurante un po' per dovere un po' per rispetto, miri a chiudere la suddetta analisi con una buona stretta di mano, il dubbio che una pellicola come "Non-Stop" possa aver trovato degli ostacoli per affermarsi in patria c'è e resta. L'ottimo lavoro eseguito dal regista Collet-Serra e dai suoi sceneggiatori, tuttavia (a parere di chi scrive) è innegabile e riuscito sopra ogni previsione, poiché crea alta tensione e intrattiene con maestria amanti del genere e non.
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