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Ben Harper a Roma

Creato il 13 luglio 2012 da Witzbalinka

Questa è senza dubbio un’edizione speciale per il Festival Rock in Roma. Nonostante la sua giovane età, ha solo quattro anni, l’evento aspira a divenire uno dei più importanti in Europa grazie ad un’impressionante lista di esibizioni che si terranno nella capitale italiana durante l’estate, esattamente dal 7 giugno scorso, quando gli Afterhours e dei rinati Afghan Whigs aprirono straordinariamente il festival in un atmosfera d’aspettativa eccezionale, fino al 2 di agosto, quando la band britannica Placebo metterà il punto finale all’appuntamento, fino al prossimo anno. Tra le due date decine di migliaia di persone andranno all’Ippodromo delle Capannelle per vedere, tra molti altri, gruppi del calibro dei Beach Boys, The Cure, Radiohead, Cypress Hill, Portishead, Garbage o Kasabian.

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Forse non il più spettacolare ma certamente uno dei più affascinanti tra questi concerti potrebbe essere quello di Ben Harper, che suonerà in territorio romano spalleggiato da Nneka il 23 luglio  (http://www.rockinroma.com/142-concerto-rock-in-roma-Ben-Harper-+-Nnekka.html).

Fin dai lontani primi anni novanta del XX secolo in cui P.J. Harvey fece conoscere al pubblico europeo il suo modo di suonare la chitarra slide, Harper si è andato costruendo una solida reputazione d’artista di nicchia basata tanto sul suo talento di strumentista e i suoi favolosi ed intensi concerti dal vivo quanto  sulla sua capacità di scrivere grandi canzoni combinando elementi funky, blues, soul e folk-rock che formano un potente, affascinante e stimolante cocktail sonoro.

La sua costante sperimentazione alla ricerca di nuove sfumature musicali pur senza rompere con la tradizione gli ha permesso di consolidarsi in Europa  come uno degli artisti da seguire nel corso del primo decennio del XXI secolo, in particolar modo in Francia, paese dove è stato nominato artista dell’anno dall’edizione locale della rivista Rolling Stone 2003.

Nel concerto di Roma suonerà principalmente canzoni del suo ultimo album, Give Till It´s Gone, per la registrazione del quale trasformò il sotterraneo di Jacksone Browne in uno studio e chiese la partecipazione di Ringo Star, che si sente fare una delle sue battute alla fine di Get There From Here nel più puro stile Beatle. Si tratta di un eccellente lavoro dopo molti  anni in cui non era uscito con nessun disco solista, con un forte sapore d’altri tempi che lo lega  con il più nobile filone della musica popolare americana degli ultimi cinquant’anni. Un disco vario caratterizzato da un fertile eclettismo dove le diverse canzoni sembrano  incastrarsi e fluire senza stridere, allo stesso modo in cui Harper è abitualmente  capace di farsi accompagnare anche da tre diverse bands, fedele alla migliore tradizione del jazz classico.

 

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Paul Oilzum

Se affitta appartamenti a Roma forse non vorrà perdersi il concerto di Ben Harper, un musicista per il quale ogni album è un sogno divenuto realtà e ogni concerto una misteriosa ed irripetibile esperienza di comunicazione umana.

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