La Corte di Cassazione ha ieri cerficato la validità di oltre 500mila firme raccolte nei mesi scorsi dall’Italia dei Valori su tre distinti temi/quesiti: la privatizzazione dell’acqua, il legittimo impedimento e il nucleare. E’ ovviamente su quest’ultimo quesito che vorrei riflettere. Si è dunque raggiunta (e superata) la cifra minima necessaria per indire un referendum (confermativo o abrogativo che sia) da sottoporre ai cittadini per verificare se effettivamente il nucleare lo vogliono o meno. Personalmente (tempo fa) non lo ritenevo necessario, ma in fondo è più giusto così. Anzi: è sacrosanto. Io sono del parere che le opinioni (e di riflesso e conseguenza anche leggi) siano naturalmente e inevitabilmente soggette a mutare nel corso del tempo. Tuttavia, sono onestamente stanco di sentir dire che si sta calpestando la volontà popolare. Ben venga questo referendum! Si faccia (si dovrà fare, a questo punto) una corretta ed esauriente informazione e si chiamino gli italiani alle urne. Così avremo finalmente l’occasione di rimediare ad un legittimissimo e giustificabilissimo errore che facemmo 23 anni fa, sulla scorta della paura. La paura di quella terribile tragedia occorsa un anno prima a Chernobyl, quando il reattore 4 esplose a causa di un insieme di scelleratezze umane che oggi non sarebbero MAI replicabili. Io votai per spegnere il nucleare. Avevo paura, lo confesso e non me ne vergogno. In 23 anni però non ci sono stati altri incidenti e la tecnologia è stata enormemente migliorata. Abbiamo, a causa di quella giustificabilissima paura, accumulato un ritardo di competitività nei confronti di molti altri Paesi; abbiamo perso una filiera industriale e scientifica in cui eravamo onestamente leader; abbiamo aumentato la nostra dipendenza dalle fonti fossili; abbiamo, di conseguenza, aumentato l’inquinamento atmosferico; abbiamo speso soldi su soldi per acquistare le suddette fonti fossili inquinanti; abbiamo speso soldi su soldi per acquistare energia pronta all’uso da paesi vicino a noi (la Francia per esempio) che la ricavano dal nucleare (e ce la vendono perché a loro avanza..); e soprattutto noi continuiamo a spendere soldi, tuttora, per tutte queste interessanti e necessarie attività! È ora di finirla. Basta. Mi sembra che abbiamo pagato abbastanza, per quella nostra giustificabilissima paura. È il momento di invertire la rotta e riprenderci con gli interessi quanto perso. E lo otterremo, se così sarà deciso: la tecnologia prescelta è la più moderna disponibile.
Dicevo, ben venga il referendum! Anche se, da nuclearista, dovrei essere contrario.. ma prima di tutto è importante essere giusti ed equilibrati. E fare il referendum è giusto. Sarà l’occasione di verificare che davvero gli italiani hanno cambiato idea. Ne sono certo: siamo un popolo ragionevole. Ben venga il referendum. Che spazzi via i dubbi. Chiudo con una sottilissima provocazione, concedetemelo: quelli che tanto vogliono il referendum per poter dire NO, sono proprio sicuri che vincerebbe in NO? Io per esempio vi confesso che ho firmato apposta per avere il referendum. Ho firmato perché voglio che non ci siano ombre. Ho firmato perché ho fiducia negli italiani, e ho fiducia che prevarrà il Sì (che è ragionevole oggi come 23 anni fa era comprensibile votare NO). Ho firmato perché io voglio votare. E voterò Sì. Vi dirò di più: non sono l’unico italiano che ha firmato apposta per poter votare Sì..