“E’ una scelta meditata e sofferta. Continuiamo l’impegno sociale con i giovani. Il resto è ormai diventato troppo costoso. E poi ora spendiamo molto ma i risultati sportivi sono calati. Mi sono un po’ disamorato e le nuove leve della famiglia non spingono per lo sport, che non ci appartiene più. E buttare i soldi non piace a nessuno. E’ una scelta su cui non ritorneremo, che abbiamo comunicato in anticipo per dare tempo ad eventuali imprenditori interessati a subentrare di valutare al meglio la situazione. Siamo anche disposti ad aiutare le nuove squadre dal punto di vista logistico. Oggi è comunque una giornata triste“
La serata di ieri, dopo l’annuncio, è stata sicuramente triste perchè anche chi non è tifosi dei biancoverdi si rende conto della perdita che avrà il movimento italiano con la dipartita di Benetton: 5 Scudetti, 8 Coppe Italia, 2 Coppe Saporta (l’attuale EuroCup), 4 Supercoppe Italiane, 2 Final Four di Eurolega consecutive. E’ questo il palmares di Treviso dal 1981/82, anno di ingresso di Benetton, che ha portato giocatori e allenatori di primissimo livello a calcare il parquet del PalaVerde: Toni Kukoc, Vinny Del Negro, Andrea Gracis, Stefano Rusconi (primo italiano in NBA), Henry Williams, Orlando Wooldridge, Marcus Brown (miglior realizzatore ogni epoca di Eurolega), Bostjan Nachbar, Riccardo Pittis, Marcelo Nicola, Jorge Garbajosa, Tyus Edney, Andrea Bargnani, Drew Nicholas, Ramunas Siskauskas; e allenatori come Pero Skansi, Mike D’Antoni, David Blatt, Želimir Obradovic ed Ettore Messina, oltre a Maurizio Gherardini (primo dirigente non americano nella NBA).
Sono di un mese fa le parole del presidente romano in cui dichiarava di essere disposto a vendere:
“Sto facendo una serie di riflessioni per la cessione del club, per quanto mi riguarda quella di Filipovski sarà l’ultima presentazione, soprattutto perché mi auguro che questo coach faccia bene. Se dovesse andare male questa decisione, sarò io ad uscire dal basket. Tutto dipende dai risultati e dall’ambiente che troverò. Vorrei dare possibilità a chi ha voglia e le capacità di farsi avanti, prendendosi tutte le responsabilità del caso. Se domattina venisse un imprenditore a chiedermi la Virtus, io la cederei..”
C’è qualcosa da cambiare, ma non a livello societario quanto di Lega. Ieri Dino Meneghin, presidente FIP ha parlato dell’addio di Benetton:
“Sicuramente è stata una sorpresa e sono dispiaciuto. Lo considero un segnale preoccupante, da valutare e da comprendere perché è espressione del difficile momento che stiamo attraversando. Conosco la passione per lo sport della famiglia Benetton e spero che ci ripensino e trovino nuovi stimoli per riaffrontare lo sport professionistico.”
Anche Valentino Renzi, presidente di Lega Basket ha voluto dire la sua:
“Come Presidente di Lega sono molto dispiaciuto di questo annuncio della famiglia Benetton. Credo al contempo che le sue parole relative ai costi crescenti del nostro sport professionistico debbano suonare come un campanello di allarme per tutte le istituzioni sportive e portare ad una profonda riflessione su come garantire ai proprietari del basket che tengono in piedi il movimento una sempre maggiore sostenibilità economica.”