Return-match all’apparenza chiuso quello che, al da Luz, mette difronte Benfica e Tottenham. La Aguias, infatti, navigano con il vento in poppa, leader indiscusse della Superliga e con un piede ai quarti di Europa League, mentre gli Spurs vivono un momento di forma tutt’altro che esaltante, sia in territorio nazionale che europeo. Formazioni imbottite di seconde linee, con il Tottenham quasi esclusivamente composto da giocatori che, quest’anno, hanno avuto fin qui poco spazio, a conferma che Townsend, forse, crede poco nel miracolo qualificazione.
La partita, come ampiamente prevedibile, prende avvio con gli Spurs padroni del palleggio e le Aguias, invece, chiuse dietro e pronte a ripartire in contropiede. Dopo dieci minuti non propriamente spettacolari, i padroni di casa sfiorano il gol con Luisao, autore di un colpo di testa che termina fuori di poco. La risposta degli inglesi non si attendere, il tiro di Sigurðsson, però, viene neutralizzato da Oblak. Gli Spurs insistono. Tre giri di lancette e Soldado, con un pregevole destro che termina fuori di un non nulla, va vicinissimo a sbloccare il match. Al ventiseiesimo, altra grande occasione per la squadra di Sherwood: il colpo di testa di Chadli, lasciato colpevolmente solo in mezzo all’area di rigore, non inquadra la porta difesa da Oblak. Gli ospiti si fanno preferire, ma al trentaquattresimo, in maniera del tutto inaspettata, vanno sotto: strepitoso numero sulla destra di Salvio, che dribbla Lennon e mette in mezzo per Garay, bravissimo ad insaccare con un bel colpo di testa indirizzato sul secondo palo. Il gol distrugge moralmente il Tottenham, che non costruisce nulla di significativo e spreca diversi palloni con inutili lanci lunghi nel tentativo (disperato) di innescare Soldado o le mezze punte a supporto.
La ripresa prende avvio con gli stessi ventidue protagonisti della prima frazione. Gli Spurs spingono, le Aguias contengono le sfuriate avversarie. La prima occasione da gol della ripresa, nonostante la netta supremazia ospite, occorre alla Aguias con Luisao, che, da posizione invitante, stacca di testa ma non inquadra lo specchio della porta. La partita entra nel vivo. Un solo giro di lancette ed è il Tottenham, con Townsend, a costringere Oblak ad un difficile intervento, mentre duecentoquaranta secondi dopo è Cardozo a misurare i riflessi di Friedel, decisamente reattivo nonostante le (quasi) quarantatré primavere alle spalle. Il Benfica, approfittando di un Tottenham decisamente remissivo, tiene in mano le redini del gioco e, a poco più di un quarto d’ora dal termine, sciupa una ghiotta opportunità per chiudere il match con Siqueira. Al settantottesimo, il Tottenham trova inaspettatamente il pareggio con Chadli, autore di un bel destro dalla media distanza che batte Oblak. Un solo giro di lancette e il belga, grazie alla sponda area di Kane, batte per la seconda volta Oblak con un tiro dal limite dell’area piccola. La squadra di Sherwood, data ormai per morta, torna a sperare nella qualificazione e si getta alla ricerca del terzo gol. L’occasione per strappare la qualificazione occorre, al secondo minuto di recupero, sulla testa di Sigurðsson, che non angola bene e consente ad Oblak di agguantare agevolmente la sfera. Gol sbagliato, gol subito. Al novantacinquesimo, Sandro stende in area Lima: per l’arbitro è calcio di rigore. Dal dischetto si presenta lo stesso Lima, che batte Friedel e fissa il punteggio sul 2-2 finale. Per il Benfica, finalista della scorsa edizione, il sogno chiamato Europa League continua, mentre gli Spurs si leccano le ferite, consci, forse, di non aver dato tutto per strappare il pass per i quarti di finale.
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