Se solo riuscissi a smettere di sperare. Se solo riuscissi a dire al mio cuore: arrenditi. Resta solo finché campi. In fondo c'è sempre l'opera lirica. Ci sono sempre il pane degli angeli e i canti di Natale dei bambini del quartiere, le foglie d'autunno sui tetti umidi. Invece niente. Il mio cuore è come uno sciocco sughero da pesca
È da più di un'ora che sono qui a fissare questa pagina bianca indecisa su come fare a parlarvi di Bengodi e altri racconti di George Saunders. Sono un po' in difficoltà, devo dir la verità. E la cosa strana è che già mentre leggevo questa raccolta di racconto sapevo che poi, al momento di recensire, avrei avuto dei problemi.
Ho conosciuto George Saunders grazie a Dieci Dicembre, la sua ultima raccolta di racconti, pubblicata come Bengodi da minimum fax con la traduzione di Cristiana Mennella, e me ne sono innamorata. Poi ho letto anche Pastoralia, altra raccolta di racconti, e la prima bella impressione era stata confermata e ribadita.
E allora perché, vi chiederete voi, ora ha delle difficoltà a recensire Bengodi? È perché è bello che toglie le parole o è perché non le è piaciuto?
Bengodi è la prima raccolta di racconti pubblicata da George Saunders nel 1996. In Italia era già uscita per Einaudi qualche anno fa, e ora per fortuna recuperata da minimum fax, con l'aggiunta di una bellissima nota dell'autore che già da sola varrebbe tutto il libro. In questa nota racconta il percorso compiuto per arrivare alla scrittura di questi otto racconti. I suoi primi tentativi e lo sconforto della moglie di fronte alla sua scrittura, i suoi scrittori di riferimento, talmente di riferimento da volerli imitare a tutti i costi, fino alle prime piccole soddisfazioni, accompagnate dalle rimostranze dei vicini di casa. Un racconto divertente, che mostra fin da subito l'incredibile capacità stilistica di Saunders.
Sì, ma i racconti?
I racconti che compongono Bengodi sono tutti molto belli. Tristi e disperati, grotteschi e a volte spaventosi. Protagonisti in quasi tutti sono delle persone ai margini, dei Difettosi, se usiamo la definizione che viene data loro proprio in Bengodi, il lungo racconto che da il titolo all'intera opera. Degli emarginati, per problemi fisici o economici, o semplicemente non adatti a vivere in questo mondo un po' utopico, pieno di gente cattiva e sicura di sé, che Saunders usa come metafora di quel che sta diventando la società di oggi.
Si sorride, ci si indigna, ci si commuove, e ogni tanto si prova anche un po' di orrore leggendo queste storie, fatte di personaggi che a volte vorrebbero arrendersi ma non possono, a volte sognano un riscatto che invece non arrivare, che vorrebbero semplicemente vivere la loro vita.
Ok, ma allora dove sta il problema?
Il problema è che, ahimè, non sono sicura di averli capiti appieno tutti. Ho colto la poeticità stilistica di Saunders e mi sono appassionata alle storie di tutti questi suoi personaggi e alle loro vite misere. Ma qualcosa mi è sfuggito. Non so se per lo stile ancora un po' acerbo di Saunders, per il fatto della lontananza spaziale e temporale (l'America del 1996 è ben diversa da quella di oggi... che comunque conosco solo tramite i libri e qualche film), o semplicemente per qualche limite mio (che, sebbene forse non mi faccia molto onore, devo ammettere di avere) che mi ha impedito di comprendere appieno il reale significato di queste storie.
Magari Bengodi ha un tempo di maturazione più lungo delle due raccolte di Saunders che ho letto in precedenza. Magari tra cinque, dieci, cinquanta giorni finalmente avrò davvero compreso appieno quello che questo autore davvero voleva dirmi. Per ora mi rimane la consapevolezza di aver letto un autore con uno stile unico, e una bellissima introduzione al suo lavoro di scrittore.
E questo, senza alcun dubbio, per me è già sufficiente per consigliarvi la lettura di questo libro.
Titolo: Bengodi
Autore: George Saunders
Traduttore: Cristiana Mennella
Pagine: 213
Anno di pubblicazione: 2015
Editore: minimum fax
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formato brossura: Bengodi e altri racconti
formato ebook: Bengodi e altri racconti