Certo, la sua situazione non era per nulla facile, e solo alla fine si scoprirà il motivo del suo stato mentale. Capitan Delano dovrà, infatti, trascorrere un’intera giornata a bordo della malandata nave, per poter rendersi conto della realtà dei fatti. Una realtà quanto mai triste e controversa, poiché il povero capitano è stato ammutinato e colui che guida la rivolta non è altri che Babo, il suo servo fedele. Una rivolta dove le donne hanno perso tutta la loro tenerezza e, dopo aver cantato e danzato durante gli assassinii dell’equipaggio spagnolo, hanno fatto pressioni su Babo per uccidere Don Benito. Tutto ciò ci viene svelato dall’autore attraverso i documenti del tribunale tenuto a giudicare e valutare i fatti, per giungere alla condanna dei colpevoli. Ebbene, se quei giudici decidettero, a ragione, di condannare i rivoltosi per le atrocità commesse, possiamo noi giudicarli così freddamente, senza riflettere sull’intera vicenda? Perché, se è assolutamente normale la netta riprovazione da parte di un tribunale di bianchi alla fine del ‘700, non lo è altrettanto una condanna totale da parte nostra, che facciamo dei diritti dell’uomo una bandiera da difendere a tutti i costi. Che diritto avevano gli spagnoli di imprigionare e ridurre in schiavitù uomini liberi? La rivolta non era la più normale delle reazioni? Ma, a loro volta, gli schiavizzati, che diritto avevano di fare quella strage e commettere quelle atrocità, seppur a danno dei loro “aguzzini”? Di questo l’autore non parla; Melville preferisce esporre i fatti “oggettivamente”, attraverso le testimonianze del tribunale, o filtrati dagli occhi del generoso capitan Delano, il quale, se non altro, fornisce una visione maggiormente bonaria della realtà, quando questa non gli è ancora del tutto chiara. Ed è tale nascondersi dietro ai fatti che fa emergere tutta l’ambiguità e la relatività della situazione. A questo punto cosa ci resta da fare se non schierarci con l’una o con l’altra anima della S. Domenico? Sullo sfondo di un mare che, divenuto blu come il cielo illuminato da un sole raggiante, ha già dimenticato tutto e si stende, lieve, sulla cupa ombra di Benito Cereno.
Benito Cereno: l’Ambiguità della Verità Nascosta
Creato il 28 ottobre 2011 da Dietrolequinte @DlqMagazinePossono interessarti anche questi articoli :
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