E’ strano, talvolta la storia va alla rovescia, è quella dei vinti e dei vincitori, quella che non può non essere dimenticata, ma la Storia quando è nazionale, quando alle spalle ha dittature e movimenti di liberazione è difficile calpestarla eppure accade. a 67 anni dal 28 aprile 1945, ovvero dal giorno in cui Benito Mussolini viene giustiziato in nome della liberazione, il suo volto ritornerà.
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A Giulino di Mezzagra, il 28 aprile 1945 vengono uccisi, o meglio giustiziati Benito Mussolini e Claretta Petacci, il luogo solo per questo motivo è passato agli annali della Storia, quella con la S maiuscola. Fra meno di 3 mesi, probabilmente proprio il 28 aprile il dittatore e la “bella” amante ritorneranno in vita in una fotografia. E’ subito polemica. Giulino di Mezzagra è una borgata di Mezzagra comune Mezzagra in provincia di Como, è qui che una giunta del centrodestra, guidata dalla leghista Claudia Lingeri, ha deciso di assecondare la richiesta giunta via lettera il 22 dicembre scorso dall’ Unione nazionale combattenti della Repubblica sociale italiana. La richiesta era forte, la firma quella di Mario Nicolini, 100 anni, “Chiediamo di posare una foto commemorativa su una lastra di marmo bianco che ritragga i volti di Mussolini e della Petacci con i rispettivi nomi e la data del 28 aprile 1945.
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Il duce è in abiti civili e l’ obiettivo è rappresentare un ricordo storico di Claretta. Vorremmo poter procedere prima dell’ anniversario prossimo per poter benedire l’ opera” Il luogo è il muretto di Villa Belmonte quello dove, dice la storia ufficiale vengono trucidati Benito e Claretta, in quel muro dal 1984, sulla parte sinistra del muro di cinta della villa, è presente una croce nera con inciso il solo nome del duce e la data storica, nulla di più. Così è intervenuta Lingeri: “Quando ho ricevuto la richiesta dagli ex combattenti della Rsi – dice Claudia Lingeri – non ho fatto altro che portarla all’ attenzione della mia maggioranza per valutare cosa fare. Alla fine, è sembrata a tutti una cosa realizzabile, anche perché non vi è nessuna rievocazione storica ma soltanto un ricordo umano delle due figure. È un omaggio a due persone morte, non una riabilitazione del fascismo”. Ovviamente l’Anpi non ha tardato a rispondere e, Luca Michelini del direttivo Anpi di Como ha dichiarato: “Mettere le foto di Mussolini e della Petacci non è affatto un passo neutrale . La scelta del Comune, peraltro su richiesta di ex repubblichini, è gravissima e dimostra ignoranza della storia. Spero che la Como civile si indigni”.
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