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BENNISUITE: il Potere della Fantasia

Creato il 14 maggio 2013 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Maria Veronica 14 maggio 2013 BENNISUITE: il Potere della Fantasia

Se pensate che un palloncino non possa essere suonato, se siete scettici sulle possibilità sonore che ha una minuscola chitarra divisa in due parti o se non avete mai visto una tromba vibrare sotto un archetto, a mo’ di violino, dovete assolutamente andare a teatro, dove la Microband vi mostrerà queste e altre multiple sfaccettature sonore. Sarà in scena al Tieffe Teatro Menotti di Milano fino al 19 maggio BENNISUITE, spettacolo tratto dai testi di Stefano Benni. Sul palcoscenico, oltre a Luca Domenicali e Danilo Maggio, i due elementi della Microband, Lucia Vasini, Marco Balbi, Nicola Stravalaci e Marcella Formenti. Il tutto accuratamente diretto dal regista Emilio Russo. Il sipario è aperto per Saltatempo, Jack Manosola e per tanti altri personaggi benniani. «In BENNISUITE, libero esercizio della fantasia, tutto succede e succederà proprio come nei suoi romanzi e nel suo teatro, senza apparenti limiti logici, senza le barriere del perbenismo formale. Può capitare che Onehand Jack incontri la signorina Vu per un “tango verticale”, o che Lupetto Saltatempo ci faccia viaggiare nel futuro con il suo “orobilogio”», racconta Russo. L’enorme ingranaggio di un orologio immobile fa da sfondo alla scena, occupata da una dozzina di sedie di forme diverse, una cassapanca, un pianoforte e un tavolinetto. Sul piano troviamo anche la “Luisona”, la “decana delle paste”, risalente al 1959, del Bar Sport di Benni. «Una pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata di granella in duralluminio».

BENNISUITE: il Potere della Fantasia

I quattro attori hanno un autore ma cercano il loro personaggio. Interpretano quasi loro stessi. Marco autoproclamato leader della compagnia, millanta grande esperienza di vita e di arte. Lucia è tenera, materna, ma anche ingenua e pasticciona. Nicola il “maledetto” fa il duro ma non ci riesce fino in fondo. Marcella è una sognatrice depressa che spesso si lascia andare. Il tutto intervallato dalle note della Microband che interpreta sé stessa. Il pubblico partecipa alla messa in scena con applausi e risate. Alla fine si ritrova addirittura a cantare assieme agli attori e alla Microband «Ma che notte è? È tutto vero o mi hai messo della roba nel caffè?» al ritmo del battito delle mani. Durante la pièce si prende coscienza di verità assolute, raccontate semplicemente e con ironia. Pare, infatti, vero che nella notte dei tempi, Dio ci donò due orologi: quello di fuori e quello di dentro. Uno che scandisse il tempo della fatica e l’altro dei sogni. Da allora tocca a noi dilatare questo secondo tempo che non va dritto, ma avanti e indietro. Una genesi scandita dall’orobilogio, ideata da Stefano Benni e portata sul palcoscenico da quattro istrioni per uno spettacolo del paradosso.

BENNISUITE: il Potere della Fantasia


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