E poi potranno anche vedere
gli ebefrenici fighetti dell’Olimpo
indie-rock le frigidine blah-blah-blog,
gli avanguardisti a pacchi e stock.Sai che c’è? Sei la mia porno-rima.
Sai qual è? La voglia mia collima
con la tua volontà di farmi rotolare
giù dalla tua montagnola in riva al lago,
che coincide col mio desiderio soffiato
di farti dire forte “fottimi maiale fottimi come un animale”.
Perché ti piace quando lo senti cantare
dal tuo amato Trent dei Nine Inch Nails.
Io ho continuato ad apprezzarli anche se, non ho problemi ad ammetterlo, i primi Marlene mi piacevano di più. Ho sempre amato la qualità e i contenuti dei testi, spesso critici ed ermetici, però di un ermetismo stimolante. È capitato di trovarmi davanti a poesie, delle quali il messaggio mi risultava incomprensibile, ma invece di accendermi il pensiero, lo uccidevano. Con i Marlene succede spesso di non comprendere a fondo il contenuto del testo, ma questa grande incomprensione scatena in maniera frenetica la fantasia. Almeno a me succede così.
Con questo nuovo album, a mio modesto parere, hanno raggiunto una maturità figlia dei Marlene di prima e dopo il 2000. Gli 11 pezzi dell'ultimo lavoro sono di grande qualità, con le vette di Paolo anima salva e L'artista, un pezzo veramente mostruoso che sembra ricreare appieno l'arrivo di una tempesta emotiva, con un cambio di ritmo strepitoso. Seppur privo di schitarrate furiose riesce a comunicare impeto e fa ritrovare la frenesia giovanile ascoltata in Catartica.
C'è poco altro da dire, se non: BENTORNATA MARLENE.