Magazine Cinema
di Luca Miniero (Italia, 2011)
con Claudio Bisio, Alessandro Siani, Paolo Rossi, Angela Finocchiaro, Valentina Lodovini
VOTO: **
E' la legge del mercato: dopo i quasi 30 milioni di euro incassati da Benvenuti al Sud, era inevitabile che avremmo dovuto sorbirci la 'partita di ritorno', a 'campi' invertiti, delle vicende della 'strana coppia' composta da Claudio Bisio e Alessandro Siani. La speranza era quella di non assistere soltanto a una fredda operazione di marketing, ma ad un prodotto, pur se non qualitativamente eccelso, quantomeno onesto e spensierato, capace di farci ridere senza troppi pensieri, speculando sui vizi italici come era successo nel 'primo capitolo'.
Speranza vana. Lo diciamo subito: Benvenuti al Nord non è che un pallidissimo sequel del primo episodio, privo di alcun guizzo di fantasia e dalla trama talmente scontata e 'telefonata' da far sembrare troppo lunga anche una pellicola che dura poco più di un'ora e mezza. Intendiamoci, non è che Benvenuti al Sud brillasse a sua volta per originalità: non per niente era un remake di un'altrettanto fortunata pellicola francese (Giù al Nord), ma con dialoghi e situazioni tipicamente nostrane, uniti a una sceneggiatura coi fiocchi e scritta su misura per i due comici protagonisti.
Questo Benvenuti al Nord invece non prova nemmeno a strappare un sorriso allo spettatore ('nordista' o 'sudista' che sia): più che un sequel è una fotocopia ingiallita del primo film, dalla morale facile e scontata, le cui scene appaiono artificiose e forzate, palesemente costruite. Finisce quindi che il film ottiene esattamente l'effetto contrario di quello di partenza: anzichè provare rovesciare tutti gli stereotipi sul Nord (come era riuscito a fare nel primo episodio con quelli sul Sud), li riconferma ad uno ad uno senza sucitare alcuna ilarità. Solo una scena è davvero divertente e centrata: quando Mattia arriva a consegnare una raccomandata in una sede della Lega Nord e gli squilla il telefonino che ha come suoneria funiculì funiculà... unica concessione alla fantasia di tutto il film che, nemmeno troppo scherzosamente, rischia di rivelarsi solo un gigantesco spot a favore di Poste Italiane.
Tutto il resto è davvero noia, colpa anche di un impegno degli attori al di sotto delle attese (patetico Paolo Rossi in versione simil-Marchionne) e non sorretti da un canovaccio all'altezza: Bisio riesce ancora a far sorridere (più per la sua faccia che per le battute che pronuncia), Siani è quasi irritante nel suo voler scimmiottare Troisi a tutti i costi, Valentina Lodovini ha una funzione puramente ornamentale. L'unica a salvarsi è la sempre brava Angela Finocchiaro, ma neanche lei può sollevare le sorti di una commedia che, depurata da qualche sketch puramente televisivo e qualche scontatissima citazione (vedi l'arrivo a Milano stile Totò e Peppino), ha veramente ben poco da dire.
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