Questo che pubblico per intero è un articolo di Enrico Franceschini uscito oggi su La Repubblica. Si chiama Atleti smarriti. E la dice lunga sul caos che si respira da queste parti. E non sono neppure iniziate, le Olimpiadi. HELP!!!
Tower Bridge, 2012 © Nebbiadilondra
Bagagli smarriti, navigatori satellitari fuori uso, autisti che si perdono e code di chilometri provocate dalle nuove corsie preferenziali create apposta per i Giochi. Benvenuti alle Olimpiadi! I primi atleti cominciano ad arrivare a Londra e ad accoglierli c'è il caos, come se non bastasse lo scandalo dei poliziotti privati scomparsi, per l'incapacità dell'agenzia che doveva assumerli di trovarne abbastanza, rimpiazzati in fretta e furia dai veterani della guerra in Afghanistan.
Niente di drammatico, s'intende: qualche problema di traffico era inevitabile e previsto. Ma gli organizzatori, e tutti quelli che a Londra ci vivono, sperano non sia un assaggio di quello che ci aspetta quando i Giochi inizieranno sul serio. Ecco quello che è successo ieri, al primo sbarco ufficiale delle delegazioni di atleti, dirigenti e staff nella capitale (ne sono atterrati da 40 paesi, compresi un po' di italiani).
La squadra di vela australiana si è ritrovata senza vele: erano state spedite per errore al ritiro bagagli di un altro volo, ci è voluta un'oretta per ritrovarle e consegnarle ai legittimi proprietari. Ma questo è stato solo l'inizio dell'odissea del team dei "canguri": montati sull'autobus per Vip"che doveva portarli dall'aeroporto di Heathrow al Villaggio Olimpico, un tragitto che normalmente si compie in cinquanta minuti, hanno impiegato quattro ore e mezza a giungere a destinazione.
"L'autista ci ha confessato che era il suo primo giorno di lavoro, che non conosceva bene Londra e che si era perduto", racconta Damian Kelly, addetto stampa della squadra olimpica dell'Australia. Un atleta che aveva visitato più volte la metropoli per turismo si è messo al fianco del bus driver e alla fine in qualche modo hanno trovato la strada per il Villaggio Olimpico.
"Quattro ore a zonzo per Londra, la prima impressione non è buona", twitta Kerron Clement, ostacolista di Down Under, come gli australiani chiamano il loro sterminato paese. Non è andata meglio a un bus di atleti americani, che si fidava del navigatore satellitare fino a quando l'autista (anche lui al suo primo giorno lavorativo) ha scoperto che il navigatore non funzionava e stava portandoli fuori Londra, anziché al Villaggio.
Un caso della realtà che imita la fantasia, perché un serial televisivo inglese che prende in giro i Giochi proponeva la settimana scorsa proprio una scenetta del genere. Diversamente che dalla fiction tivù, gli americani non sono finiti a Nottingham ma a forza di chiedere in giro e telefonate sono riusciti a trovare l'East End e il Villaggio Olimpico, non prima tuttavia di avere fatto un'escursione da tour: Buckingham Palace, il Big Ben, Westminster, il Tamigi.
"Eh, eh, volevamo fargli vedere quanto è bella la nostra città", commenta il sindaco Boris Johnson, che ha fama di spiritosone, ma stavolta la sua battuta non fa ridere, perlomeno sul bus statunitense. Se gli atleti Usa non sorridono, molti inglesi già piangono: le prime corsie preferenziali destinate ai veicoli dei Giochi, indicate dai cinque cerchi olimpici, sono entrate in funzione nella sterminata tangenziale di Londra, causando un ingorgo lungo 50 chilometri.
Quando il 25 luglio diventeranno operative anche tutte quelle nel centro della capitale, si teme il peggio: "Le corsie riducono eccessivamente lo spazio per il traffico ordinario", afferma Kevin Delaney, ex-responsabile della sicurezza stradale della polizia di Londra. "Al minimo guasto o incidente, l'intero sistema andrà in tilt".
Già ora gli automobilisti guardano perplessi le indicazioni stradali: su certe vie, come nei pressi del British Museum, una corsia è riservata ai bus e ai taxi mentre quella normale sarà riservata ai veicoli olimpici, per cui dove andranno tutti gli altri? Il trucco è che, durante i Giochi, nelle strade con corsie preferenziali a cinque cerchi, il traffico normale avrà diritto di usare le corsie abitualmente riservate agli autobus.
Ma non tutti lo sanno. E il timore di prendersi una multa da 130 sterline (150 euro) induce tanti a rinunciare all'auto o al viaggio che volevano fare nel centro di Londra. Insomma, avete presente quel vecchio film intitolato "Treni, aerei ed automobili" in cui va tutto storto, con qualunque mezzo? Rende un po' l'idea della prima giornata di invasione olimpica a Londra.
Sarà per questo che, una volta arrivati al Villaggio, gli atleti non hanno fatto caso alle condizioni un po' spartane degli alloggi (dentifricio, spazzolino, leoncino souvenir, mappa, maglietta, tazza da tè ricordo, niente tivù, niente frigo bar), ma hanno trovato tutto bellissimo, a cominciare dal ristorante da 5 mila posti: "Sto mangiando al Villaggio Olimpico", twitta Kerron Clement della squadra britannica, "grande varietà di cucine, africana, caraibica, halal, indiana, asiatica. E naturalmente McDonald's!". Sperando che a nessuno venga pure il mal di pancia.