Fondatore del laboratorio napoletano di scrittura comico creativa Achille Campanile, Pino Imperatore è dal 2005 responsabile della sezione Scrittura Comica del Premio Massimo Troisi. Molti lettori credono che si tratti di un libro sulla camorra, ma sentiamo cosa pensa l’autore in proposito:
Benvenuti in casa Esposito non è un libro sulla camorra, ma dentro la camorra. Ne esplora la sua quotidianità. Ne offre una visione dal basso, non dall’alto. Certo, è un romanzo, e come tale va considerato. In alcune parti potrà sembrare eccessivo. Credetemi, non è così. Io non ho fatto altro che registrare e illustrare, mediante il formidabile strumento dell’ironia, fatti e personaggi che a Napoli si verificano e si incontrano tutti i giorni. Chiamatelo realismo comico, se volete. Più che in qualsiasi altro posto del mondo, a Napoli la realtà supera ogni fantasia.
Imperatore è geniale quando pensa a un soggetto che considera, forse per la prima volta, il lato ridicolo di una famiglia di malavitosi e quando utilizza un linguaggio semplice ma così vivido e colorato che fa assomigliare la storia a una serie di scatti fotografici. Leggiamo questo passaggio che è poi anche l’incipit del libro: Patrizia Scognamiglio coniugata Esposito veniva ritenuta, nel giudizio del maschio medio napoletano, una femmina fresca e tosta. Lei ne era consapevole, e se ne compiaceva. Quella sera si guardò le unghie delle mani laccate di verde e si convinse d’aver scelto la tinta più idonea per chiudere l’anno alla grande. Slacciò un bottone della camicetta per sistemarsi una bretella del reggiseno che a fatica reggeva due poppe quinta taglia naturale, ripassò un’ultima pennellata di fard sugli zigomi e s’avviò verso il corridoio. Gli stivaletti maculati tacco tredici le tormentavano i calli sui mignoli, ma il sacrificio era necessario. Giunta sulla soglia della camera da pranzo, osservò la truppa e fece un sorriso d’approvazione. “Tutto in ordine, tutti ai loro posti” pensò scostandosi dalla fronte un ciuffo della chioma ossigenata. Si avvicinò alla tavola e si sedette alla destra di suo marito Tonino, anni trentacinque sciupati dalla calvizie e da una imbarazzante pancetta, brillantino all’orecchio sinistro, lampadato, ufficialmente disoccupato. E orfano di padre.
Benvenuti in casa Esposito dimostra che dopo Roberto Saviano si può ancora scrivere di camorra, soprattutto se lo si fa con ironia e toni smorzati descrivendo sfortune e situazioni da malavitoso minore. La vita della famiglia Esposito è raccontata dall’autore senza toni drammatici né requisitorie in un romanzo che si approccia in maniera scanzonata a uno dei problemi campani più dolorosi di sempre. Lettura piacevole e veloce (nonostante l’effetto cartolina non sia completamente evitato), Benvenuti in casa Esposito è la prima opera narrativa di un giornalista che si è occupato di cronaca giudiziaria e che, quindi, apporta nel romanzo costruito su un telaio tragicomico, una bella quota di realismo. Certo, libri belli sulla camorra sono già stati scritti. A parte Gomorra, c’è lo strepitoso libro di Giuseppe Marrazzo (padre di Piero) Il Camorrista (uno dei fiori all’occhiello, insieme a molti libri di Carver, dello storico editore napoletano Tullio Pironti), scritto nel 1984 e incentrato sulla vita di Raffaele Cutolo, esponente di spicco della camorra degli anni Settanta e Ottanta. Ancora, abbiamo i bellissimi libri di Attilio Veraldi, La mazzetta e Naso di Cane. Dunque, ce ne sono di cose da leggere, commentare, analizzare. Libri importanti che costituiscono solido spunto per una riflessione seria e concreta del fenomeno. Pino Imperatore, però, ha puntato verso un’altra direzione, investendo l’osservazione critico letteraria di un passaggio nuovo e irriverente: la comicità.
È forse la prima volta che si parla di camorra ridendone, col risultato di un racconto fresco e piacevolissimo che fa ridere ma anche riflettere su un sistema malato – italiano e non più solo meridionale – che tollera comportamenti aberranti e terribili come fossero la normalità. L’autore, con Benvenuti in casa Esposito non sceglie quindi di seguire il filone doloroso e bestiale di Gomorra ma una strada solo in apparenza più agevole, che riprende da lontano le corde della serie televisiva americana I Soprano, fortunata serie Tv che racconta le vicende del boss della mafia Tony Soprano la cui famiglia, originaria di Avellino, vanta contatti con le importanti cosche newyorkesi e intrattiene relazioni affaristiche con la camorra napoletana.
Personaggi ben tratteggiati, umorismo, ironia, un po’ di gioco sui luoghi comuni. Nel libro, Pino Imperatore non usa mai direttamente la parola camorra e quando glielo si chiede, questa è la risposta: È stata una mia scelta dichiarata e consapevole, con cui ho voluto rimarcare la “consegna del silenzio”che le organizzazioni criminali impongono ai loro adepti. La camorra, così come la mafia e la ‘ndrangheta, non vuole pubblicità intorno a sé. Non vuole nemmeno essere nominata. Preferisce farsi chiamare ‘O Sistema: un eufemismo che significa tutto e nulla e che tende a far apparire normali e, dunque, sistemiche attività delinquenziali come l’estorsione, la corruzione e lo spaccio di sostanze stupefacenti, il riciclaggio di denaro sporco, il controllo degli apparati economici e finanziari. Uno Stato dentro lo Stato, che agisce nel silenzio e nell’ombra, a riflettori spenti. Sta a noi tenere la luce accesa e mostrare, come diceva Hannah Arendt, la banalità del male. Il silenzio è buio e la parola è luce.”
Un libro godibile che offre una lettura diversa sullo scottante argomento in una visione più leggera e impertinente. Meno livido e martellante di Gomorra e Naso di Cane e meno feroce e puntiglioso di volumi critici sul tema, Benvenuti in casa Esposito racconta la manovalanza assassina e si chiede tra le righe se, in fondo, basti la volontà di arricchirsi per mettere in moto una macchina spacca uomini che procede implacabile – e ormai quasi da sola – con le sue ruote dentate nel processo di distruzione. Unica nota dolente: avrei preferito un po’ meno autoreferenzialità.
Media: Scegli un punteggio12345 Nessun voto finora