Prima di salutarvi vi invito nel leggere questa indagine svolta da POINX sull'influenza ed il ruolo dei social shopping nell'acquisto dei trattamenti benessere!
Dal parrucchiere con il couponL'acquisto con coupon online è ormai un trend molto diffuso. Ma cosa ne pensano i parrucchieri?Tutto è iniziato con Groupon: fondato a Chicago nel 2008, è stato il primo a sviluppare il modello del social shopping. La sua formula oggi è imitata in tutto il mondo. Come funziona? I siti che aprono questo canale di vendita offrono, previa registrazione gratuita, una serie di acquisti a prezzi fortemente scontati per i servizi più diversi: dalla cena al ristorante al trattamento in spa, dalla vacanza in hotel al corso d'inglese. L'offerta viene proposta via email e l'acquisto si effettua con pagamento online. In cambio si riceve un coupon da utilizzare entro i sei mesi successivi.
Coupon e beautyL'acquisto dei coupon online ha contagiato anche il settore beauty, come dimostra la ricerca condotta da Poinx, azienda specializzata nel social shopping di prossimità, che ha stilato una classifica delle 10 città italiane più attente al benessere e all’estetica nella prima parte del 2013. A occupare il primo posto è Milano, dove nel primo trimestre 2013 sono stati spesi 217.417 euro, concentrati su centri estetici, trattamenti viso o corpo, sedute di pressoterapia, solarium o beauty day. Segue Roma, che da gennaio a marzo ha investito quasi 200.000 euro soprattutto in pacchetti coiffure.Torino, terza nella classifica, ha speso poco più di 87.000 euro nel primo trimestre 2013, seguita al quarto posto da Napoli, con una spesa totale di 49.360 euro canalizzata soprattutto nei percorsi spa e negli ingressi alle grotte di sale. In quinta posizione Bologna, con poco meno di 48.000 euro di spesa per trattamenti estetici. Scorrendo la classifica, seguono Modena, Caserta, Bari, Verona e Parma. “L’indagine svolta da Poinx evidenzia come gli italiani abbiano trovato nel social shopping un valido alleato per non rinunciare ai piccoli svaghi e alle auto-gratificazioni date, ad esempio, da un trattamento estetico” spiega Veronica Vergani, vice president publishing and editing Poinx. Ma cosa ne pensano gli acconciatori del coupon in salone? Parrucchieri e coupon possono andare d'accordo e diventare un'ulteriore fonte di business?
Luigi ScolaroLUIGI SCOLARO
“Troppi contro e nessun pro” “È un canale che non porta a un riscontro immediato” afferma Luigi Scolaro, partner John Paul Mitchell e titolare di salone a Roma. “Sicuramente nel periodo dell'offerta si origina più traffico in salone, ma si tratta di visite occasionali. Chi ci guadagna è l'azienda di social shopping. Mi spiego: se il mio listino prevede 20 euro di piega, in promozione devo portarla a 10. Il ricavo deve essere diviso a metà con l'organizzazione, mentre il salone con la sua metà deve ancora sostenere i costi di prodotti, personale, struttura, tasse”.“È impossibile avere un ritorno a queste condizioni, se si lavora con un servizio di qualità e con prodotti di livello”. Luigi non considera il coupon per il parrucchiere nemmeno un buon investimento pubblicitario: “Quante persone sono disposte a tornare a prezzo pieno? Piuttosto, preferisco lavorare con iniziative mirate. Per esempio fidelizzando sul servizio o sul prodotto con buoni che prevedono più combinazioni per adeguarsi alle varie esigenze delle clienti. Il buono è da spendere entro una certa data, quindi ci aiuta anche ad aumentare la frequenza di visita. Con la crisi, infatti, i tempi del colore si sono allungati, e con le nostre promozioni garantiamo uno sconto sostanziale a chi torna al massimo entro 28 giorni”.
Giusy D'UnghiaGIUSY D'ONGHIA
“Un canale da migliorare” Secondo Giusy D'Onghia, partner Wella Professionals e art director di Kultó Hair Academy a Bari, questo tipo di canale sta avendo molto successo “non solo per convenienza ma anche per un fatto di moda: c'è molta gente che ama navigare in rete e acquistare sempre più su internet. Per alcuni è diventata quasi un'attività maniacale. Considero efficace questo tipo di offerta per alcuni settori commerciali, come il turismo, penso invece lo sia solo parzialmente per il nostro, soprattutto se si vuole lavorare ad alti livelli, perché il coupon svilisce il servizio e non fidelizza. Viene più che altro vissuto come un'affare occasionale”.Non un sistema che valorizza il lavoro dell'acconciatore ma, secondo Giusy, una possibilità da utilizzare in sole due occasioni. Per avviare un nuovo salone, “perché in questo caso il coupon può essere un ottimo strumento per farsi conoscere”, e per il settore dell'estetica, “perché comporta un rischio inferiore: acquistare una ceretta e non avere un servizio eccellente è marginale; un taglio o un colore sbagliato possono influire in modo determinante sul look. In definitiva: ilcoupon per il parrucchiere potrebbe davvero funzionare come vetrina-salone se tramite questo servizio si riuscissero a veicolare nuove visite non attirate da un concetto di risparmio ma dal voler provare un servizio di qualità”.
Marco TodaroMARCO TODARO