Dal momento che nel mondo in cui viviamo sembra che i super ricchi debbano per forza esserci, il fatto che per Forbes la vedova Ferrero sia in testa alla relativa classifica italiana alla fine a me non dispiace. Non mi dispiace perché, per quanto si possa (anche giustamente) sindacare sulla qualità o gli effetti quanto mai deleteri di Nutella & C. su glicemia, colesterolo, trigliceridi, bilirubina e tutta quanta la nutrita schiera dei delicati parametri ematici umani, in estrema sintesi significa anche che la cioccolata può conquistare il mondo. Ed è meglio la cioccolata che la droga, le mine antiuomo, la televisione commerciale o Donald Trump.
Sogno dunque un pianeta dove ci si possa nutrire di Fetta al latte e Pan e Cioc, ci si curi con i Pocket Coffee, dove si litighi in famiglia a colpi di Mon Cheri e si combattano le guerre tirandosi i Tronky negli occhi. Un mondo dove si faccia il pieno all'automobile (rigorosamente Fiesta) con cioccolata calda, fondente o al latte a seconda della motorizzazione, dove l'unità di misura monetaria sia il Raffaello, dove l'unica discriminazione concepibile sia tra la cioccolata bianca e la noir 99%, dove ci si faccia di Duplo e dove si veneri tutti quanti il dio Kinder, il quale – si sa – non ha niente da ridire (anzi) se ti lasci tentare tre volte tanto.
Sarebbe un mondo nel quale avremmo più brufoli, un intestino tutt'altro che impeccabile e probabilmente il fegato simile a un agglomerato di Ferrero Rocher. Ma sono convinto che, nel complesso, sarebbe anche un mondo (molto) migliore. A patto, naturalmente, che per sbronzarsi non ci fosse solo l'Estathé.
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