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Benvenuto a Bordo - Eric Lavaine

Creato il 22 giugno 2012 da Frank_manila
Benvenuto a Bordo - Eric Lavaine Una fiorente e sana industria cinematografica ha nella sua faretra oltre a film esponenzialmente grandi anche i così detti "film medi".
Questi film medi (commedie, action, horror ecc.) a volte si rivelano un caso facendo il botto al botteghino, oppure si elevano a cult o magari si dimostrano essere delle schifezze immonde. L'importante è però la presenza costante di questo tipo di questi film, perché servono a riempire il vuoto che intercorre tra le uscite di prodotti di fattura più elevata nonché per creare una varietà nell'offerta data al pubblico. Anche in Italia oggi si fabbricano i prodotti medi ma come per tutto c'è un piccolo neo, l'anomalia italica. Il neo in questione è dato dal fatto che nella ridente pellicola si fabbricano SOLO prodotti medi (spacciati per grandiosi) e SOLO commedie... almeno nella maggioranza dei casi.
Benvenuti a Bordo è un prodotto medio francese (specificare è rispetto a quanto appena detto vitale), e come tale va preso. Racconta la storia di un coglione (interpretato da Frank Dubosc) e si sviluppa nella solida struttura della commedia dell'equivoco. Un filmettino leggero e spensierato, senza infamia e senza lodi, banale e scontato che però intrattiene e possiede anche qualche battuta riuscita.
Tutto qua, semplice, lineare, già visto, veloce e innocuo. Il classico film che alla fa scattare il commento: "Carino, ho visto di peggio!"
Imdb
Il film è stato girato su una nave della Costa Crociere e per cause note la pellicola ha subito un forte ritardo nella distribuzione. Pare anche, leggendo dichiarazioni in rete, che come consulente al film ci fosse proprio il più famoso dei comandanti della suddetta compagnia, tale Francesco Schettino, il cui nome però non compare nei titoli di coda. Ma presumo che il motivo lo si possa facilmente intuire. Articoli più o meno Simili: Benvenuto a Bordo, cinema, Commedia, Costa Crociere, Eric Lavaine, film, film medio, Francesco Schettino, Francia, Frank Dubosc, Luisa Ranieri, recensione

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