Benvenuto/Arrivederci come sopravvivere al via vai degli amici in terra inglese

Creato il 01 settembre 2014 da Koalalondinese @farego


Settembre é alle porte, o meglio di sicuro quando pubblicheró questo post saremo giá a Settembre.

Non é che sia cambiato molto, intendo dire che Londra ad Agosto é just … Londra!

Alcuni di voi mi hanno chiesto se a Ferragosto si fa qualcosa di particolare, tipo le gavettonate e scocomerate a ruota libera sulla spiaggia, ma non siamo sulla bella Riviera Romagnola, e non siamo nel cuore di Roma, Milano o Napoli, con le saracinesche abbassate (anche se sono sempre meno quelli che lo fanno).

Londra ad Agosto é immutata, c’é sempre la solita orda di turisti, il solito tran-tran casa-lavoro-lavoro-casa, il commuting di massa, la tube piena, gente in bikini al parco che pretende di essere al mare, e cosí via.

Ma Settembre é diverso. Settembre é come Gennaio, il 1 Settembre le mamme tirano un sospiro di sollievo perché i marmocchi se ne ritornano a scuola, e tu tiri le somme dei 6 mesi e poco piú appena passati.

Fai come il check up su quello fatto/ottenuto, e quello non fatto e quindi … obviously non ottenuto. C’é chi si confronta da solo (la sottoscritta) e chi lo fa con gli amici tanto per fare il punto della situazione. Il 1 Settembre getti la nuova (modificata?!!) lista dei buoni propositi, o meglio quello che nei prossimi pochi mesi cercherai di mettere in atto prima dell’arrivo del fatidico ultimo dell’anno.
Che poi lí rinizi … tutto.

Settembre é il mese degli arrivederci, ma anche dei benvenuti. É il tempo dei leaving parties, di quelli che hanno tirato le somme e non hanno trovato quello che cercavano qui, oppure l’hanno trovato ma in parte, o del tutto eppure … se ne vanno altrove o tornano all’origine ossia a casa propria.

I regalini di buon auspicio, gli abbracci, le cenette, i giri di birra al pub e i bigliettini di arrivederci e grazie, si susseguono in un tam-tam forsennato. Intanto con Settembre sbarcano pure quelli nuovi, perché inizia la corsa verso Natale e magari c’é la possibilitá di sistemarsi piú velocemente.

Da quando sono qui in UK ho collezionato amicizie come le figurine di calcio, ne ho di tutte le nazionalitá, background, religione e colore. Io sono sempre stata una timidona ma qui ho decine di amici che quando lo dico a casa, mia madre non ci crede mica

All’inizio vanno ad infoltire la schiera di quelli “veri” in carne e ossa, poi passano al livello successivo: quello virtuale su Facebook e compagnia bella.

Qui chiami amici tutti, ma pochi lo sono veramente, perché pochi realmente rimangono qui a lungo quanto te. Quelli stabili sono per lo piú inglesi doc, o persone che giá c’erano prima del mio arrivo. Gli altri sono solo di passaggio. Anche se non lasciano la nazione tranquillo che prima o poi cambieranno casa, lavoro o cittá. Perché qui innanzittutto imparerai che si cambia, si deve cambiare per forza e che non si rimane incollati con le unghie e i denti a scrivanie e luoghi.

Potrebbe suonare triste, all’inizio lo pensavo. Insomma non facevi in tempo a conoscere qualcuno che quel qualcuno era giá a dispensare goodbyes come non ci fosse un domani … erm difatti per lui non c’era visto che se ne andava via

Poi negli anni ho iniziato ad abituarmi, ad apprezzare questa specie di immenso aeroporto che é Londra, con tutta questa gente che viene e che va, che ti tocca per un attimo, un incrocio di vite che dura poco, ma quel poco basta perché ti lasci qualcosa dentro.

Una ricetta del suo paese, la sua storia, le sue risate lungo Regent Street, qualche dritta su questo e quello, le uscite al pub del Venerdí sera, la discussione se Hiddleston é piú hot di Cumberbatch, i pic nic ad Hyde Park, lo shopping forsennato da Primark, i vari spettegolamenti su boss e colleghi, le consolazioni  e risate davanti a un cappuccino, i brunch a South Kensington di Domenica mattina, le corse per prendere la tube con il vagone che non esploda di gente, le mattine assonnate a parlare del piú e del meno mentre il bus ti porta al lavoro, le discussioni sul mollo e me ne torno a casa o me ne vado altrove, le gite fuori Londra, i momenti no come quelli sí, etc.

E poi tutto culmina con il giro di birra al pub, il bigliettino di saluti, il piccolo pensierino da un paio di pound e quel let’s keep in touch! Frase ormai sentita un centinaio di volte.

Collezioni tutto gelosamente, e piano piano non ti rendi conto che stai cucendo un prezioso e colorato patchwork fatto di memories, persone, facce, luoghi, momenti che si legano l’uno con gli altri, e intanto infili la borsetta al braccio e vai al prossimo leaving party, fortuna che fra poco di sicuro ce ne sará uno di benvenuto!


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