Beppe ci impara l'educazione

Creato il 02 giugno 2013 da Kisciotte @Kisciotte_Dixit
(Dove non si disquisisce di politica o scelte elettorali, ma soltanto di qualità delle interazioni umane e delle dinamiche aziendali.)
Ipocrita è colui che, non essendo intervenuti nuovi elementi di critica sostanziale per mutare opinione, la muta ugualmente essendo invece intervenuti nuovi elementi di convenienza spicciola e tornaconto personale. Gli ipocriti, d’altronde, sono poco avvezzi all’onestà.
Il 17 aprile Beppe Grillo dichiarava: “Stefano Rodotà è un uomo di 80 anni, ma sembra un ragazzino.”Il 30 maggio Beppe Grillo dichiarava: “Rodotà è un ottuagenario miracolato dalla Rete.”
Quali sconvolgenti elementi saranno mai intervenuti a far così mutare l’opinione di Grillo nei confronti dell’età sociale del giurista, quel matusa sbrinato proprio da Grillo (che pare quindi affetto da mania di persecuzione e comportamenti autolesionisti, oltre che da turbe schizofreniche), perché diventasse una complottistica minaccia di spaccatura per il Movimento Cinque Stelle?
È presto detto: è stata un’intervista rilasciata da Stefano Rodotà, al Corriere della Sera, in data 30 maggio, nella quale muoveva educate, argomentate critiche, al M5S.
Beppe Grillo, come è costume di chi soppesa il prossimo con investiture pregiudizievoli e repentine delegittimazioni acritiche, lo ha puntualmente rinnegato, togliendogli il tocco della sua risata taumaturgica.
Non reputandosi soddisfatto - poiché, come insegna John Steinbeck in Quel fantastico giovedì, un lombrico non può avere consapevolezza di se stesso, poiché qualora ci riuscisse, un istante prima avrebbe smesso d’essere un lombrico; il che vale anche per gli imbecilli, di modo che possano continuare a esistere senza essere schiacciati da un profondo senso di imbarazzo e inadeguatezza interiori – l’indomani Beppe Grillo ha pure voluto impararci l’educazione.
Ha quindi twittato, a beneficio della gente, una pillola di bon ton.

Che non sappia che la carta si lascia scrivere e a volte pure leggere?


Funziona così nell’idea che Grillo ha in testa di democrazia limpida, diretta e aperta all'ascolto dei pareri altrui: non soltanto Grande Uno ha il diritto di sputtanare e offendere pubblicamente chi gli comoda, dal blog o da un palco, invocando pure la diretta streaming in casa d’altri, ma quando qualcuno desidera non dico offenderlo, ma semplicemente muovergli una critica, lo deve fare usando la linea riservata, chiedendone autorizzazione preventiva, che il volgo non abbia a sapere che una nuvoletta oscura l’Astro splendente.
Ciò è strano anche perché, in linea con quella coerenza tanto decantata, ma che un ipocrita non conosce minimamente, mi sarei aspettato di vedere Grillo congratularsi con Rodotà per aver offerto al libero dibattito della piazza, in modalità “streaming”, la possibilità di riflettere e confrontarsi sulle opinioni del giurista, senza sacrificare i suoi pensieri a una conversazione carbonara con Grande Uno.
Particolarmente significativa è anche la dichiarazione rilasciata da un parlamentare cinquestelle. Andando a memoria ha pressappoco risposto: “Quella tra Grillo e Rodotà è una normale dialettica tra differenti punti di vista, e poi si sa che lo stile di Grillo è quello.”
Certamente era inutile aspettarsi che un piccolo uno, che accetta di fare il dipendente in un’azienda gestita da Grande Uno, potesse muovere la minima critica al principale. Ma è comunque emblematico osservare la medesima, identica giustificazione dei seguaci di Berlusconi alle innumerevoli uscite volgari e offensive del loro padrone.
Sì da per ovvio che replicare con l’offesa a un’osservazione critica costituisca “confronto dialettico”. Si da per ovvio che “maleducazione” e “volgarità” siano sinonimi di “differente stile argomentativo”. Si dà per ovvio che se uno dovesse risentirsene, è soltanto un permaloso che non sa apprezzare le battute umoristiche.
È ovvio, anche, che prima di parlare occorre sempre pensare, non tanto cosa convenga dire, ma piuttosto cosa convenga tacere. Per non uscire dalle grazie di Grande Uno.
Intanto stamane una delegazione di parlamentari del M5S è stata convocata da Casaleggio e Grillo per decidere se deliberare qualcosa in merito ai borbottii interni dovuti alla vicenda Rodotà. Stranamente, nessuna riunione o televoto si sono resi necessari per autorizzare il portavoce del Movimento a offenderlo. Il che è comprensibile in un'azienda, quando colui che è spacciato per un ufficio stampa di piazza è anche il titolare del contratto di proprietà di marchio e logo del movimento. Sempre meglio cautelarsi, prima che a qualcuno venisse la bizzarra idea di usare il vivavoce...
K.

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