Beppe Fiorello su Rai 1 contro la criminalità ne ''L'oro di Scampia''

Creato il 10 febbraio 2014 da Digitalsat

Nuova straordinaria interpretazione per Giuseppe Fiorello, che dopo aver fatto rivivere in tv il mito di Domenico Modugno, torna lunedi 10 Febbraio sugli schermi di Rai 1 con un appassionante racconto: la storia (vera) di un uomo e di suo figlio che, dalle Vele di Scampia, riescono a realizzare un sogno attraverso il grande amore per lo sport.

Il film "L'oro di Scampia", per la regia di Marco Pontecorvo, in onda lunedì 10 febbraio in prima serata, narra le vicende di Enzo e Toni Capuano, nomi di fantasia per una storia ispirata alla vita di Gianni e Pino Maddaloni, che nel 2000 portarono l'Italia sul gradino più alto del podio alle Olimpiadi di Sydney, vincendo l'oro nel judo.
Il tv movie è liberamente tratto da "La mia vita sportiva" di Gianni Maddaloni. Nel cast Anna Foglietta, Gianluca Di Gennaro, Anna Bellezza, Ciro Petrone, Salvio Simeoli, Nunzia Schiano, Anna Ammirati, Gaetano Bruno e con la partecipazione di Salvatore Striano e Nello Mascia. Firmano la sceneggiatura insieme a Giuseppe Fiorello, Paolo Logli, Alessandro Pondi, Pietro Calderoni e Gabriella Giacometti. "L'oro di Scampia" è una produzione Picomedia-Ibla Film in collaborazione con Rai Fiction, prodotta da Roberto Sessa per Picomedia.

Un percorso, quello raccontato nel film, dal grande valore umano:
il protagonista è un piccolo grande eroe quotidiano che con tenacia e determinazione cerca di condurre i ragazzi di Scampia alla libertà sociale. Portandoli nella sua palestra e insegnando loro le regole del judo riesce a toglierli dalla strada, sottraendoli alle maglie della criminalità organizzata. In un luogo ai margini di Napoli, con uno dei tassi di disoccupazione più alti d'Italia, e dove la camorra la fa da padrona, una storia per raccontare anche un'altra Scampia, quella che ce la vuole fare con onestà.

LA STORIA

Scampia è un sobborgo di Napoli dove vivono - stipati in palazzoni fatiscenti - 120mila abitanti, con uno dei tassi di disoccupazione più alti d'Italia. La camorra la fa da padrona, assoldando i ragazzi sin dalla più giovane età per farne vedette, corrieri della droga o sicari.

Qui si trova la palestra che Enzo Capuano (Giuseppe Fiorello) gestisce insieme al suo maestro Lupo (Nello Mascia). È un uomo ostinato, Enzo: fa l'infermiere, e per nessun motivo lascerebbe Scampia: anche se insegnare il judo ai ragazzi del quartiere gli attira l'ostilità della criminalità, a cui sottrae manovalanza. Enzo e Lupo si adorano, ma sono molto diversi: tanto il primo è impulsivo e irruento, quanto il secondo è riflessivo. Dal loro lavoro è nato un gruppo di giovani judoki, per lo più strappati alla strada, che ha il suo massimo risultato in Toni (Gianluca Di Gennaro), il figlio primogenito di Enzo e Teresa (Anna Foglietta).

La famiglia Capuano vive alle Vele, costretta a precauzioni esasperanti: ogni sera rientrano a casa tutti insieme, per evitare incontri spiacevoli in quella terra di nessuno. Toni, in particolare, subisce provocazioni e angherie dalle giovani reclute della camorra, che rifiutano il modello positivo che rappresenta. Ma se Enzo è incrollabile nella sua certezza di dover svolgere una missione proprio lì dove è nato, offrendo ai ragazzi di strada una opportunità, Toni inizia invece a essere insofferente all'intransigenza del padre, e a convincersi che non vale la pena sacrificare tutta la vita per una missione della quale non è affatto convinto: se i suoi concittadini vogliono essere schiavi della camorra, perché rovinarsi la vita per far cambiare loro idea?

Toni comincia così a pensare che sia giusto raccogliere anche i frutti del proprio lavoro e sperare in una vita diversa invece che pensare soltanto al prossimo. E in questa convinzione lo rafforzano di certo l'escalation di ostacoli che la camorra pone al lavoro suo e di suo padre, e l'indifferenza delle istituzioni. Intanto, però, intorno ad Enzo e Toni si è formato un gruppo eterogeneo ma molto coeso, formato - tra gli altri - da un ex delinquente, Sasà (Ciro Petrone), da un'ex baby prostituta, Leda (Anna Bellezza), salvata dalla strada dal poliziotto (Gaetano Bruno), e da Felice, un ragazzo ipovedente (Domenico Pinelli). Insieme a questa variopinta carovana della speranza, girando su un vecchio carro funebre comprato allo sfascio, Enzo porta i suoi ragazzi alle gare nazionali, e conduce Toni alla conquista del titolo italiano.

Sembra il trionfo, ma la reazione della camorra - che nel quartiere ha il volto di Michele (Salvio Simeoli) e del boss Vito (Salvatore Striano) - non si fa attendere: dalle minacce si passa a un'azione brutale, in cui viene ucciso Sasà. È il momento della paura, ed esplode il conflitto tra padre e figlio, un conflitto cresciuto nel tempo e che porta alla rottura: Toni accusa Enzo di essere responsabile, con la sua ostinazione, della morte dell'amico. Decide di andarsene da Scampia e di allenarsi al CONI, abbandonando così la palestra del padre proprio mentre si avvicinano i campionati europei. Campionati che vedono una nuova vittoria di Toni: tornato a casa per partecipare alla festa in suo onore organizzata nel quartiere, però, il ragazzo è subito costretto a fare i conti con la realtà.

La camorra incendia infatti la palestra di Enzo, e nel rogo perde la vita Lupo. Il colpo, soprattutto per Enzo, è durissimo e Toni capisce che non può chiamarsi fuori da quella battaglia: chiede a suo padre di tornare ad allenarlo, in vista delle Olimpiadi. In mancanza della palestra, lui e i ragazzi di Enzo si allenano all'aperto, sotto il viadotto, in spiaggia, in pineta. È un'ostinazione che nasce dalla convinzione di Enzo che andarsene sarebbe come rubare le speranze a tutta la gente che li ha seguiti fino a quel momento. Ma quel lungo allenamento serve anche a Toni per capire che quella del padre non è solo un'ostinazione egoistica, ma la convinzione incrollabile che la rabbia e la frustrazione di vivere in un luogo come Scampia, abbandonati da tutti e senza obiettivi, si può trasformare invece in un potentissimo propellente. Una spinta con cui vincere e dominare la paura. È questo l'oro di Scampia: la voglia di cambiare anche contro l'evidenza. E Toni quell'oro olimpico lo vincerà.


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