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Le elezioni, al pari degli esami per gli studenti, sono come un test a cui i partiti si sottopongono. Questi, però, non sempre ottengono il massimo dei risultati e le sconfitte elettorali sono un’occasione per mettere in discussione i programmi, le strategie e a volte anche la leadership. Tra i “neo” partiti uno in particolare si è distinto nell’ultima tornata elettorale: il Movimento 5 Stelle. Nonostante gli ottimi e inaspettati voti conquistati alle politiche, pare che non si siano impegnati abbastanza alle recenti comunali. E in questi casi, si sa, le grane sono dietro l’angolo. Tra chi leva un j’accuse e chi fa il mea culpa, il conflitto è assicurato. A sentir le ultime dichiarazioni di Beppe Grillo in risposta alla critiche della senatrice M5S Adele Gambaro, pare sia proprio questo il clima all’interno del movimento pentastellato. “Due comuni conquistati non sono un successo, ma una debacle elettorale. Inoltre ci sono percentuali molto basse. Stiamo pagando – ha detto Gambaro – i toni e la comunicazione di Beppe Grillo, i suoi post minacciosi. Mi chiedo come possa parlare male del Parlamento se qui non lo abbiamo mai visto. Lo invito a scrivere meno e osservare di più. Il problema del Movimento è Beppe Grillo, noi il lavoro lo stiamo facendo e questo non viene percepito. Invece di incoraggiarci, scrivendo questi post ci mette in cattiva luce. Credo che altri all’interno del Parlamento abbiano le mie stesse idee; il disagio c’è ed è evidente, ma non arriva a un dissenso vero e proprio”. Beppe Grillo, colpito e affondato, replica alla cittadina senatrice così: “Vorrei sapere cosa pensa il Movimento 5 Stelle di queste affermazioni, se sono io il problema”.
La quiete e la concordia all’interno del partito di Grillo scricchiolano . Non sarà forse perché ormai i cittadini hanno tutti superato l’esame di maturità politica?
Articolo di Giulia Bonaudi