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Beppe Grullo ha perso? No... ha vinto. Ma ci sono stati "I Brogli"... Vi ricorda qualcuno?

Creato il 03 giugno 2014 da Tafanus

Grillo e i brogli: chi vi ricorda?  (Fonte: Maria Novella Oppo)
La guerra non è una partita di calcio: il pareggio non è previsto e nemmeno i calci di rigore. Da mesi Grillo urlava che la campagna elettorale era una guerra e ora che quella guerra, unilateralmente dichiarata, l’ha persa, cerca ogni mezzo per rifiutarne le conseguenze. In un primo momento ha dato la colpa ai pensionati, nota lobby abbarbicata ai suoi privilegi, tra cui quello più egoistico è continuare a vivere e percepire la diaria (senza neppure l’obbligo di presentare le ricevute). In seguito, la responsabilità della débacle è state buttata addosso ai giornalisti: sono loro, cioè noi, ad aver calcato la mano sui toni violenti del capo e quelli avvilenti del guru, spaventando gli elettori, incapaci di capire che minacciare processi e sputi è un tantino sgradevole. E ora siamo all’acme giustificazionista: i brogli! Perché, secondo Grillo, il risultato elettorale sarebbe addirittura “irragionevole”! E pazienza: il popolo italiano sarà pure poco ragionevole, ma non scemo di guerra.

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Cialtron Cappottato


L’inarrivabile Cialtron Heston (Fonte: Toni Jop)
Mancavano al quadro proprio i brogli. Riepiloghiamo: i colpi di Stato non si contano più nella piccola bibbia della Casaleggio; quanti ne hanno denunciati? Si inizia a perdere il conto anche degli impeachment contro il presidente della Repubblica, tra promesse e minacce. E fin qui siamo nella pista tracciata assieme dal caimano e dal sovrano dei cinque stelle. Anzi, siamo in quella traccia unitaria anche per la storia dei brogli, il tormentone d’obbligo, sennò gli cade il castello e a Grillo tocca lasciare, come aveva promesso in caso di sconfitta elettorale alle europee, la scena politica. Per cui, se vuole una base pur traballante sulla quale appoggiare la sua permanenza alla guida dei suoi, deve necessariamente mettere in discussione la legittimità della sconfitta. Operazione difficile: nel frattempo, sta cucendo la tovaglia nuziale che offrirà a un destrone antieuropeo, Farage, afflitto dal grave difetto di sembrare tale – destrone e antieuropeo – a molti dei suoi. Così, eccolo impegnato su due fronti: da un lato, militarizza le informazioni destinate a far piacere Farage, lo sposo europeo, ai meet-up, dall’altra crea un diversivo quasi obbligato per risollevare gli animi della truppa e, come abbiamo visto, per restare a galla senza farsi dare del bugiardo dal primo che passa. Il tutto, con uno stile attoriale impeccabile, un inarrivabile Cialtron Heston.

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