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Beppe Severgnini: un Viaggio Generazionale Carico di Ottimismo

Creato il 19 febbraio 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine
Beppe Severgnini: un Viaggio Generazionale Carico di Ottimismo

- Bonaccia o burrasca, si deve partire: ricorda Marta, paura e avventura nella vita viaggiano insieme: chi non ha mai avuto paura non è mai partito, e chi non parte non arriva.

- Infatti guardi noi due...

- Dove siamo arrivati?

- In un aeroporto chiuso.

- Marta, siamo arrivati ad incontrarci, che è un traguardo imprevedibile e bellissimo.

Un aeroporto deserto, qualche fila di fredde e grigie sedie metalliche, due valigie. E poi Beppe e Marta: due storie a confronto, due generazioni distanti, due modi diversi di affrontare la vita.

La vita è un viaggio, pièce teatrale ospitata nei giorni scorsi al Teatro Novelli di Rimini, segna l'esordio assoluto di Beppe Severgnini, apprezzato editorialista del Corriere della Sera; un "battesimo" del palcoscenico ambientato in un aeroporto, durante la sgradita attesa notturna di un volo cancellato.

Tra Marta, aspirante attrice poco più che ventenne e Beppe, cinquant'anni suonati, inizia un confronto serrato, più simile, nelle battute iniziali, ad un rusticano duello: la ragazza è insofferente, pessimista, diffidente; il suo idealismo provoca immediato attrito con la concretezza dell'uomo, saggio ed allo stesso tempo provocatore. Dal contrasto sessista sull'ideale dimensione del bagaglio si passa in fretta alle invadenti incursioni di Beppe nel privato della giovane donna; dai progetti di vita futuri alle disillusioni di Marta. Dal battibecco al graduale, reciproco, interesse ad ascoltarsi e raccontarsi: ciò che nasce è un incalzante scambio di esperienze, aforismi, pensieri.

Una piacevole e concreta lezione affidata da un uomo maturo alle future generazioni, ed una ricetta con quattro T: "Talento, Tenacia, Tempismo, Tolleranza. Sei in gamba, ragazza, molti giovani italiani lo sono. Hanno talento ed anche tenacia, ma qualche volta mancano di tempismo, non vedono le occasioni: le coincidenze sono strepitose, sono treni in transito, c'è chi li prende in corsa e chi non li vede nemmeno se si fermano davanti e spalancano le porte. Come la ragazza che, dopo infinite insistenze, mi scrisse per conoscermi e chiedermi dei consigli: le diedi un appuntamento, per un venerdì alle ore 18, e mi rispose via mail che il venerdì sarebbe stato impossibile perché doveva seguire una lezione di zumba. Ed ancora, non bisogna essere rigidi ma tolleranti, accettare il compromesso, che non è una parolaccia ed è l'unica alternativa al conflitto. E soprattutto bisogna sapersi adattare: l'elasticità è tutto. Qualche volta penso che ognuno debba essere lasciato libero di fare e di sbagliare. Del resto, lo ammetto, se ogni generazione avesse fatto quello che diceva la generazione precedente, il mondo non sarebbe mai andato avanti".

La notte passa così, tra parallelismi cinematografici ed ispirazioni musicali che richiamano la situazione dei due protagonisti: da The Terminal, pellicola di Steven Spielberg con Tom Hanks, a Martha My Dear dei Beatles, dal Lost in Translation di Sofia Coppola a I Need My Girl dei National. Con una intimità sempre crescente, che tramuta la sgradevole notte all'aeroporto di Lisbona in una piacevole occasione, ed i rispettivi voli dell'indomani per Boston ed il Brasile in una noiosa seccatura.

In mezzo, l'immancabile, esilarante, gag sulla differenza tra italiani ed inglesi ("Gli alieni capirebbero di essere sbarcati in Italia solo guardando il nostro modo di indossare i maglioncini sulle spalle"), ed in particolare tra hostess Alitalia e British Airways, sulla diversa gestione degli imprevisti del volo: "Uno è un carattere che predilige la regola, il metodo ed è spiazzato dalle eccezioni; l'altra, la nostra, è una cultura che è esemplare nel fronteggiare imprevisti ed eccezioni, ma che ha un serio problema con l'ordinaria amministrazione. Vi chiederete chi è il migliore. Suggerisco la risposta: chi ha dovuto fondersi, per non fallire, con gli arabi di Etihad?".

Uno spettacolo gradevole, ravvivato dall'appropriato sottofondo musicale di "Kiss & Drive" (Elisabetta Spada), voce sorprendente e terza incomoda a fare da spettatrice dei dialoghi tra Beppe Severgnini e Marta Isabella Rizi; così come apprezzati risultano i numerosi racconti autobiografici dello scrittore: l'importanza dei genitori, il magone nel momento del trasferimento a Bruxelles per motivi di studio, il rapporto col figlio.

Ed un messaggio carico di ottimismo, che risolve senza traumi il perenne contrasto generazionale tra genitori e figli ed è consegnato al pubblico con un tenero scambio di battute:

- Tra cinquantenni e ventenni dev'esserci un'alleanza naturale, perché uno può metterci un po' di esperienza e capacità di sintesi, ma quello di vent'anni ci mette velocità, intuizione.

- Lei è un tipo preciso, un po' strano ma non pedante. I tipi precisi non sono noiosi, ed in fondo sono romantici. Lei è un ottimista ambulante.


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