HABEMUS PAPAM FRANCISCUM
— Pontifex (@Pontifex) 13 marzo 2013
Il cambiamento della formula con cui il nuovo Papa concede l'indulgenza plenaria, è un segno dei tempi che, forse, stanno davvero cambiando. Dopo l'apparizione di Benedetto XVI su Twitter, infatti, capita che l'indulgenza della benedizione venga riconosciuta, oltre che a quelli che seguono dalla Radio e dalla TV, anche a quelli connessi con i "nuovi mezzi di comunicazione", evidentemente non più esclusi e ammessi a far parte di una realtà finalmente non ritenuta più virtuale. Un cambiamento, si diceva, che, oltre agli aspetti puramente tecnologici, sembrano essere presenti anche nei messaggi, quelli di un Papa normale senza scarpette rosse, che queste tecnologie veicolano.
Trasparenza e voto segreto: beppegrillo.it/2013/03/traspa…
— Beppe Grillo (@beppe_grillo) 16 marzo 2013
In un clima simile, stona il comportamento di chi, quella tecnologia, vuole piegare ad una logica che sembra quasi opporsi al cambiamento. Eppure questo era il movimento nato dalla Rete! Ho cercato di convincere qualcuno dicendo che il problema era il metodo, non tanto il merito. Ho tentato, credo inutilmente, di far capire che il partito orizzontale e ben altra cosa rispetto ad un capo che minaccia chi non la pensa come lui. Ne abbiamo già avute di persone così. L'ultima era oggi pomeriggio al Senato, con degli occhiali da sole.
La rete può portare il cambiamento. Ma anche no.