Bere bene fa bene

Da Vincenzo28

Il passato insegna sempre qualcosa. Fin dalle sue origini il vino, era usato anche a scopi medicinali. Ippocrate di Kos, uno dei più illustri medici dell’antichità, proponeva l’impiego del vino come tranquillante, analgesico ed anche per le sue proprietà diuretiche. Nell’Antica Roma i primi approcci scientifici al vino sono correlati con la medicina, fra le proprietà salutistiche del vino, Celso sottolinea soprattutto le virtù oftalmologiche, fu anche uno dei primi a distinguere vari tipologie di vino, ognuno specifico per un sintomo. Cesare raccomandava il vino con i pasti per proteggere i suoi soldati dalle infezioni gastrointestinali.

Galeno di Pergamo nel II sec. d.C. fu l’ultimo grande medico che in epoca romana si occupò delle proprietà salutistiche del vino. La raccomandazione di Galeno di ricorrere al vino per le ferite, per rinvigorire i fisici debilitati, e come febbrifugo. Con il passar del tempo la medicina compie grandi progressi e il vino è scomposto nei suoi elementi fondamentali ed interpretato nelle sue virtù terapeutiche ma, fortunatamente, anche sempre più prodotto, apprezzato e consumato per la sua piacevolezza.

Le azioni terapeutiche del vino sono note dall’antichità, sia nella cultura asiatica che europea. La ricerca medica degli ultimi dieci anni ha associato le proprietà salutistiche del vino sia alla presenza di etanolo che a quella di una classe di composti antiossidanti, quali i polifenoli e tra questi in particolare il resveratrolo.Negli ultimi decenni, molti ricercatori si sono rivolti all’individuazione e caratterizzazione di componenti non-alcoliche del vino, che svolgessero un’azione protettiva nei confronti  di malattie ischemiche e cardiovascolari. A tale proposito, la ricerca di costituenti del vino con proprietà biologiche potenzialmente rilevanti per la patogenesi delle malattie cardiovascolari, si è concentrata soprattutto sui composti polifenolici (flavonoidi, antociani, tannini, stilbeni), noti già per conferire peculiarità aromatiche ai diversi vini. I polifenoli sono metaboliti secondari delle piante, detti anche fitoalessine, ossia composti che hanno la funzione di proteggere la pianta stessa dagli attacchi degli agenti patogeni e quindi una sorta di antibiotico naturale.

E’ noto che i polifenoli sono composti che giocano un ruolo primario in enologia, presenti nella buccia, nel raspo e nei vinaccioli sono responsabili del colore e del sapore del vino, nel 1979 è stato dimostrato per la prima volta che fra i vari fattori alimentari che esplicano un effetto positivo sulle coronarie, la relazione più alta è quella con un moderato consumo di vino, che riduce al 30% il rischio di cardiopatie ed ictus.

Nell’ultimo decennio è stata rivolta un’attenzione particolare al resveratrolo che è presente in diverse parti della vite quali foglie, tralci, radici, acini e bucce ed il suo contenuto nei vini, dipende da una serie di fattori, tra cui le condizioni pedoclimatiche, le tecniche di vinificazione, le pratiche enologiche di conservazione e di stabilizzazione.

Sotto lo stimolo di fattori ambientali come un attacco fungino (quali Plasmopara viticola o Botrytis cinerea), radiazioni U.V. e tutti quei fattori che possono modificare l’equilibrio nutritivo della pianta, viene attivato un enzima, lo stilbensintetasi, il responsabile della produzione del resveratrolo. Le attività biologiche del resveratrolo sono diverse. Come sostanza antinvecchiamento, il resveratrolo è considerato un antiossidante, contro alcuni radicali liberi e impedisce l’ossidazione del colesterolo LDL. Questo primo effetto è la motivazione di chi sostiene la sua efficacia contro l’invecchiamento e nella riduzione del rischio cardiovascolare, calcolato basandosi sui valori di colesterolo. Tuttavia gli effetti antiossidanti sono stati osservati in vitro, e non in vivo, quindi non si hanno conferme sulla sua utilità nell’organismo umano. Influssi positivi sono poi riscontrabili anche nella composizione del sangue, dove il vino diminuisce l’aggregazione delle piastrine favorendo la fluidificazione del sangue prevenendo quindi arteriosclerosi ed infarti.

Sicuramente, dai vigneti di collina nasce una bevanda più ricca di polifenoli, così come dalle piante che hanno subito uno stress: un diradamento dei grappoli, cioè l’asportazione anticipata dei grappoli che provoca uno stress alla vite, ma migliora la qualità del vino che è ricavato dai grappoli che rimangono, aumentando anche il tasso di polifenoli e antocianine.La scelta potrà quindi ricadere sui vini con un alto tasso di polifenoli come i grandi rossi italiani: Brunello, Barolo, Chianti, Amarone, Sagrantino, Nero d’Avola

Non per niente si usa affermare che “il vino fa buon sangue“!


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