Magazine Diario personale
Contando le due visite precedenti, avrò passato in questa città intorno ai 70 giorni. E rimane ancora in gran parte un mistero. Un mistero che la si possa trovare bella e un mistero che si possa non amarla. Un mistero che tanta energia possa essere accompagnata dalla più brutale tristezza. Il mistero smisurato di questa terra che ti dice di andare solo, ti nutre per andare solo, alimenta, e direi ingozza la tua solitudine, ma sa insieme accompagnarti, sa essere estremamente gentile. Solitudine, non abbandono.
Berlino chiede che le si venga incontro, è per questo che ti attira. Se hai pregiudizi, se vuoi fare il confronto con la monumentale Monaco o i turbolenti chiaroscuri di Colonia, con qualunque altra città, lascia perdere, artisticamente, come offerta è grandiosa, ma come concezione originaria (per quel che ne rimane) non può reggere il confronto. Berlino vince in quanto a pace, a spazi e a strade da scoprire e tenere un po' per sé: non scorci come la minuscola Friburgo, ma prospettive, sguardi in avanti, vite e città da inventare. Berlino è quella città che ti si apre all'improvviso in spazi che non diresti mai che esistono, una città insediata, acquattata dentro a un bosco, ma incapace di rinunciare a un rigore urbano tutto tedesco e, insieme, strepitosamente meridionale.
Non il meridionale un po' kitsch dello splendido quartiere latino di Parigi, piuttosto un meridionale ruspante, sanguigno, forte. Ma nei boschi. Questi abiti di poco gusto, questi modi di camminare, quel modo di guardarti (che è ben più del movimento oculare o dell'attenzione, è proprio una postura inconfondibile), di stare seduti, quest'estrema e immediata simpatia che accompagna qualche normale gesto cortese, tutto ciò non comunica il vertiginoso spleen slavo delle città mitteleuropee (la vicinissima Praga vive in tutto un altro clima emotivo), ha un che di più elementare, limpido.
Il buio delle città slave europee è carico di fantasmi, di elettricità, di storia, il buio di tantissime strade di Berlino (soprattutto a ovest, dove vivo io per ora) è la quiete serale del borghese che spegne la luce e si addormenta, senza bisogno di tanto strepito emotivo.
E che ognuno paghi da sé il conto dei suoi spettri e quel tanto che tocca dei fantasmi in comune. C'è tutta Berlino, fuori dalla finestra, un intero mondo. Puoi amarla già quanto vuoi, Berlino: continui sempre a innamorartene, sia che tu voglia perdertici dentro, sia che voglia recuperarti, pezzo a pezzo, in giro per la città.
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