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Berlinale 2014. NO MAN’S LAND: dalla Cina un omaggio a Sergio Leone

Creato il 15 febbraio 2014 da Luigilocatelli

20147226_1Wu Ren Qu (No Man’s Land) di Ning Hao. Con Xu Zheng, Yu Nan, Huang Bo, Dou Bujie. Presentato in concorso. Voto 6 e mezzo
20147226_2Un avvocatino giovane e assai perbene deve andare a casa di Dio, nel deserto dello Xinjiang – la parte più estrema, desertica, occidentale (e islamica se ricordo bene) del grande paese – per un processo su una fccenda di bracconieri e falchi cacciatori. Sarà solo l’inizio di un’avventura che gli stravolgerà (diciamo così) l’esistenza, mettendolo a confronto con uomini al limite del bestiale, avidi, violenti, corrotti, senza alcun freno morale, e costringendolo a tirar fori la parte selvaggia di sè. Quella della bestia che vuole sopravvivere, in ogni circostanza e a qualunque costo. Ne incontrerà di ogni, il gestore di una stazione di servizio che è l’avamposto dell’inferno, un ladro che pensa di avere ucciso invece no, una ragazza prostituta schiava. Fughe, scontri belluini, attacci e contrattacchi, ritorsioni sanguinose. Il bravo avvocato si fa belva tra le belve, ma non gli basterà per vincere. Un film isterico, fracassone, di una violenza volutamente enfatizzata e gonfiata, sporchissino, cinico e cattivo. Dichiaratamente ispirato a Sergio Leone e allo spaghetti western come genere. Solo che qui, al posto di pistoleros, fuorilegge e altri pericolosi rappresentanti della specie western, ci sono uomini di un altro mondo ai margini e a parte. C’è, come in certi italian western picareschi, ironia e il senso esagerato e fumettistico degli scontri armati. Ne esce uno spettacolo assai accattivante, ma il plot è confuso, non viene evitata una certa ridondanza, c’è una sorta di coazione a ripetere le scene pià violente che inibisce un vero sviluppo narrativo. Un altro film di genere venuto dalla Cina aq uesta Berlinale, insieme al noir Black Coal, Thiny Ice. Battuta, detta dal villain: “Tu sei vegetariano, io carnivoro”.


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