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Berlinale 2015. AS WE WERE DREAMING (recensione). Ragazzi tedeschi prima e dopo il Muro

Creato il 12 febbraio 2015 da Luigilocatelli

Als wir träumtenAs We Were Dreaming (Als wir träumten) di Andreas Dresen. Con Merlin Rose, Julius Nitschkoff, Marcel Heuperman, Joel Basman. Concorso.Als wir träumtenIn una qualche parte della Germania già Est prima, durante e dopo il muro. Anni cruciali di storia tedesca visti attraverso le vite di alcuni ragazzi. Confezione veterotelevisiva per uno dei film meno interessanti del concorso. Voto 5 menoAls wir träumtenIn Germania sarà un successo, perché questo Mentre stavamo sognando racconta, attraverso fatti e malefatte di un gruppo di ragazzi sbandati, un bel pezzo di storia della DDR, ai tempi del muro, durante la caduta, e negli anni della riunficazione. Con su e giù temporali come si usa e abusa adesso (ma, come mi diceva stamattina un jeune critique, non sarebbe il caso di rispristinare il sano sviluppo cronologico lineare?). Ma chi tedesco non è apprezzerà? Per quanto mi riguarda, devo dire che mi sono annoiato parecchio, forse per via dell’umore malmostoso che mi ritrovavo quella mattina che l’hanno dato. Comunque anch’io sarei un bel po’ curioso di saperne di più di quell’epocale passaggio e di come i tedeschi d’Oriente l’abbiano percepito. Peccato che il film allinei un cliché via l’altro, la trama sia prevedibile e così esemplare da rasentare l’effetto-didascalia, per non parlare del luogo comune qui fedelmente riproposto e ricalcato per cui ai tempi del regime si stava male, però signora mia c’era l’ordine e la gente stava in riga, e invece poi, caduto il muro e arrivata la libertà, ecco scatenarsi la bestia del consumismo selvaggio, la droga, la musicaccia techno e i naziskin. Piacerà ai nostalgici del socialismo reale. I nostri cinque amici (se li ho contati bene) li conosciamo da bambini quali giovani pionieri inneggiare al radioso sole dell’avvenire socialista. Li seguiremo tappa dopo tappa nel loro diventare grandi. Racconto plurimo di formazione, dove tutti per un vero o per l’altro sbandano, anzi deragliano proprio, compreso Dani, che da bimbo era il primo della classe, e da grande è il più fico di tutti, però sbandato pure lui. Mai un lavoro che sia un lavoro, tutto il giorno e tute le notti a cazzegiare, anzi a far cazzate. E a cazzotti. La banda nemica è quella dei naziskin, al servizio di un mafioso che vuol mettere mani sull’unica attività azzeccata dalla banda dei nostri cinque, un hangaraccio per ballare e sballare techno. Ah sì, c’è anche l’amore mai davvero corrisposto di Dani per la più bella della città (la ritroverà lapdancer in un club-postribolo). In fondo, le scene più riuscite restano quelle con i piccoli pionieri del socialismo. Il resto è un ricalco dei tanti coming-of-age con bande di strada cche abbiamo visto e stravisto. Con qualche attore con la faccia troppo da pressbook di model agency per essere credibile come tipaccio da strade est-tedesche.


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