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- Scritto da Andrea Chimento
- Categoria principale: Festival
- Categoria: Berlinale 2015
- Pubblicato: 07 Febbraio 2015
THE FORBIDDEN ROOM di Guy Maddin e Evan Johnson
Inizia bene la 65esima edizione della Berlinale, apertasi il 5 febbraio. Nel corso della prima giornata, ha impressionato favorevolmente il ritorno di Guy Muddin, regista di culto adorato dai cinefili più puri, che si serve abitualmente degli stilemi del cinema muto per realizzare pellicole anticonformiste e spesso inclassificabili. Riguardo a The Forbidden Room, diretto da Maddin insieme all'aiuto regista Evan Johnson, è già complesso sviscerarne il plot. All'interno di un sommergibile che da mesi non riemerge dal mare, all'improvviso appare dal nulla un misterioso taglialegna. Inizia così un viaggio a metà tra l'onirico e il fiabesco collocato in diversi tempi e spazi, suddiviso in brevi episodi che si trasformano ben presto in incubi. Il cast è da brividi e comprende Maria de Medeiros, Geraldine Chaplin, Mathieu Amalric e Udo Kier (quest'ultimo si sottopone a un vero tour de force, interpretando ben cinque diversi personaggi).
Visivamente impressionante, il film è un altro grande omaggio di Maddin all'universo di celluloide, dopo opere come Dracula: Pages From a Virgin's Diary. Non mancano i consueti riferimenti tecnici ai primi decenni del muto, come il diffuso utilizzo di mascherini o didascalie. Non manca una certa dose di autocompiacimento e il film è certo eccessivamente lungo, ma nel complesso il film di Maddin(insertito nella sezione Forum) è un oggetto sperimentale di indubbio fascino che incolla lo spettatore sullo schermo.
Voto: 2,5/4
IXCANUL di Jayro Bustamante
Proviene dal Guatemala questo piccolo film che concorre per l'Orso d'oro. Ixsuggestivocanul è ambientato all'interno di una comunità che vive sulle pendici di un vulcano attivo, lontano dagli agi della civiltà. Al centro della pellicola troviamo Maria, diciassettenne che tenta di fuggire dal matrimonio impostole dalla famiglia arrivando addirittura a sedurre un giovane contadino desideroso di migrare in America. Nella rappresentazione di un mondo lontano e primitivo e nella direzione degli attori, Bustamante dimostra una certa maturità registica. Nonostante qualche previdibilità, il film convince per la sua intensità e ha buone speranze di appassionare la giuria del Festival.
Voto: 2,5/4
VICTORIA di Sebastian Schipper
Risulta invece meno riuscito Victoria del tedesco Sebastian Schipper, storia di una ragazza spagnola che si trova a vivere una notte da incubo dopo l'incontro con quattro ragazzi a Berlino. Schipper manifesta tutta la sua abilità tecnica costruendo la narrazione su unico e piano sequenza. Il risultato è un'opera davvero succestiva sul piano visivo, ma poco credibile a livello di plot e per giunta penalizzato da una durata davvero eccessiva (140 lunghi minuti che Schipper avrebbe decisamente potuto asciugare).
Voto: 2/4