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Berlinale 2016: HEDI di Mohamed Ben Attia e MIDNIGHT SPECIAL di Jeff Nichols

Creato il 12 febbraio 2016 da Ifilms
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Scritto da Simone Soranna
Categoria: Berlinale 2016
Pubblicato: 30 Novembre -0001
Jeff Nichols   Mohamed Ben Attia  

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HEDI di Mohamed Ben Attia, concorso

Raccontando la classica storia di un giovane oppresso dalla società che lo circonda così come dalle regole familiari dettate da una madre ferrea e invadente, il tunisino Mohamed Ben Attia firma un esordio sincero e appassionato che tuttavia non riesce a lasciare il segno in maniera significativa. Hedi infatti è un progetto che si nutre di sequenze brillanti e momenti spontanei (l'incontro tra il protagonista e l'animatrice Rim in primis) ma che si muove su binari ormai più che consolidati e soprattutto per nulla originali. Lo stile grezzo e la tematica incentrata sulla ricerca di una libertà e indipendenza personale tanto agognata ma poi schivata intenzionalmente sono tipici del cinema proveniente dalle regioni africane, costituendo dunque uno specchio chiaro e inequivocabile di un ambiente ancora lontano dall'essere solare e vivibile. Tuttavia i difetti e le mancanza non riescono a celarsi come dovrebbero e a lungo andare il progetto assume risvolti sempre più prevedibili e ripetitivi.

Voto: 2/4

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MIDNIGHT SPECIAL di Jeff Nichols, concorso

Dopo aver abbagliato tutti con Take Shelter (2011) e dopo essersi riconfermato in Mud (2012), il regista Jeff Nichols torna al lavoro con un dramma fantascientifico basato sulla fuga di un padre intento a proteggere il suo figlioletto superdotato da una serie di personaggi poco raccomandabili che sono sulle sue tracce. La famiglia, la religione, l'amicizia, la violenza, la solitudine, il pregiudizio (ci fermiamo qua ma l'elenco potrebbe continuare per molto) sono al centro del progetto che, accantonato un prologo di notevole fattura, inizia a inciampare sempre più su se stesso per protrarsi stancamente lungo due ore in cui a predominare è la confusione più totale. Senza riuscire a imprimere al film un carattere distintivo ben preciso, Nichols brancola nel buio (come i suoi personaggi) alla ricerca di una chiave contenutistica forte e una svolta narrativa appagante. Entrambe le componenti però dovranno cedere ben presto il passo al disordine senza convincere o intrigare in alcun momento lo spettatore. Le capacità in cabina di regia sono evidenti ma forse, anche proprio per questo motivo, da un autore simile ci si poteva e doveva aspettare molto di più.

Voto: 1,5


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