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Berlinale: il film vincitore.

Da Arturo Robertazzi - @artnite @ArtNite
  • Categoria Cuore
  • Categoria Cervello

Lo ammetto, la settimana scorsa comprai i biglietti per Jodaeiye Nader az Simin (Nader And Simin, A Separation) non perché avessi fiutato il vincitore, ma perché avrei tanto voluto vedere OFFSIDE e non ci sono riuscito. Mi era rimasta la “voglia” di un film iraniano. Poi ne parlai con un’amica iraniana che mi confermò che ci si aspettava un bel film. Così, un po’ speranzoso, un po’ con spirito da festival, ho fatto mio il biglietto.

Quando entro nella sala per vedere il film è mattina, lo spettacolo delle 9,30 al Friedrichstadt Palast, davvero un signor cinema, nel centro di Berlino. Ancora assonnato mi siedo e sorseggio un caffè di nascosto, ché uno le bevande dentro non se le può portare. Scribacchio sul taccuino, inforco gli occhiali e aspetto che in la sala cali il buio.

Inizia con una forte discussione, il film. Una donna e un uomo litigano, presumibilmente davanti a un giudice, sulla loro separazione. Sono Simin e Nader. Simin vuole andare via dall’Iran e suo marito, Nader, non è d’accordo. Al perché del funzionario lei risponde istintivamente: “Scusi, non vede la situazione in cui siamo?”

“Quale situazione?” chiede minaccioso.

“La situazione…” dice Simin, smorzando i toni, improvvisamente cosciente del pericolo che corre. È forse tutta qui la contestazione del regista Asghar Farhadi al regime iraniano. Ma traspare anche nelle poche scene esterne, nella drammaticità della storia, nello spessore degli attori protagonisti (tutti si aggiudicano un premio).

Un film che ci incolla allo schermo per l’umanità dei personaggi, per la verità tragica dei fatti che ricorda un po’ la vita, per quell’Iran che, pure imbrigliato, mostra tutto il suo fascino.

La storia scorre, e noi spettatori seguiamo lo svolgimento dei fatti, complicati e drammatici, con il desiderio di capire cosa deciderà Termeh, la figlia di Nader e Simin. In fondo è sua la vicenda principale.

E qui viene il colpo di genio del regista: Nader e Simin, separati ormai, seduti nella sala d’attesa del tribunale, attendono insieme a noi spettatori, attendono, il film finisce, i titoli di coda partono e loro, con noi, continuano ad attendere.

Se Jodaeiye Nader az Simin abbia meritato di vincere non lo so, so solo che la storia, i volti, le strade mi sono rimasti negli occhi.

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