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Berlino 2015: stasera ordino una pizza o una donna?

Da Bambolediavole @BamboleDiavole

Se mai vi dovesse capitare di andare a Berlino, magari in viaggio d’affari soli soletti, o per qualsiasi altra ragione e vi venisse chiesto che differenza c’è prendere una pizza a domicilio o una prostituta di vostra scelta la risposta sarebbe molto semplice: nessuna! Per tutte e due le situazioni è possibile scaricare sul proprio smartphone una comodissima APP che, tramite registrazione e inserimento del codice postale vi proporrà un menù in cui potrete scegliere se preferite una quattro stagioni o una salsiccia e funghi oppure se preferite una donna bionda o mora e di che misure. Ovviamente con tanto di prezzi.

0reYhUuMentre per le pizze le APP sono presenti un po’ dappertutto, per le prostitute si tratta di una novità nata dall’idea dell’austriaca Poppenreiter che, in un intervista al sito tedesco theLocal, racconta di aver avuto questa idea mentre passeggiava per Orianburgerstrasse a Berlino, nel quartiere centrale Mitte: guardandosi intorno aveva notato che vi erano parecchie prostitute in attesa di clienti, in balia del freddo della capitale tedesca, e si era chiesta se fosse possibile rendere maggiormente agevole il loro lavoro evitando che restassero ad aspettare in strada.

Ha deciso di rispondere lei a questa esigenza creando un’app in grado di localizzare il cliente che, dopo essersi registrato indicando il proprio orientamento sessuale e la preferenza verso donne, uomini o trans e volendo anche di nazionalità, inserisce il cap ed entra in un vero e proprio catalogo con foto e profili dei soggetti più vicini. Una volta effettuata la scelta si procede al pagamento più commissione in quanto il servizio è gratuito solo per i “professionisti”. Ovviamente il tutto in modo “discreto”, perché nessuno sappia o scopra cosa state facendo, come reclamizza la pubblicità:

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Al momento della registrazione infatti non è richiesto alcun inserimento di dati personali che verranno forniti esclusivamente a chi si occupa del servizio di pagamento, inoltre il sistema è programmato per cancellare le informazioni relative alle prenotazioni ogni due settimane attraverso un protocollo SSL.

spiegelL’intento dei fondatori, sempre secondo l’intervista rilasciata a theLocal, sarebbe anche quello di cambiare l’immagine del mercato del sesso in Germania, dove la prostituzione è legale dal 2002 e dove una serie di inchieste, di cui la più famosa è quella del periodico tedesco “der Spiegel” del 2013 di cui anche noi abbiamo parlato qui hanno mostrato che, nonostante la legalizzazione che in teoria avrebbe dovuto ridurre lo sfruttamento e migliorare le condizioni delle prostitute, non vi è stato alcun miglioramento e che la Germania, in realtà, si trova ad avere un problema di tratta di donne. La legalizzazione avrebbe portato, secondo il periodico tedesco, un miglioramento nella situazione delle strade, ma allo stesso tempo all’impossibilità da parte delle forze dell’ordine di effettuare controlli all’interno delle Case Chiuse: se non vedo il problema allora non esiste.

Al momento si stima che le prostitute in attività siano circa 400 mila, più del doppio rispetto all’entrata in vigore della legge, con un giro d’affari attorno ai 21 miliardi all’anno. Per questo non stupisce che l’idea di questa applicazione sia nata proprio in questo paese.

Quello però che mi ha stupito di questa applicazione è stata la totale assenza di notizie al riguardo nei quotidiani e periodici cartacei tedeschi, se ne parla solo in qualche magazine online o in qualche blog, in toni più o meno neutri. Per questo motivo ho provato a sondare fra alcune conoscenze personali, sia maschili che femminili e provenienti da varie parti del paese, per farmi un’idea della percezione che la popolazione tedesca ha del fenomeno  Peppr. Ne riporto qui i più significativi:

B.G. (München, ingegnere meccanico, uomo): ho sentito parlare di Peppr da qualche collega che era andato a Berlino per la fiera. Durante i viaggi di lavoro è facile che molti uomini vadano in bordelli o simili, è più o meno socialmente accettato, anche se si preferisce non parlarne. Non ho letto niente al riguardo sui giornali, solo qualche accenno su facebook. La percezione è che sia un qualcosa di più sicuro sia per la privacy che per le prostitute.

A.L. (Berlin, impiegato agenzia turistica, uomo): qui a Berlino si sente parlare spesso di Peppr. Si sente anche parlare spesso di turismo sessuale, bordelli ecc. Nel mio lavoro mi capita spesso di dover sistemare pullman di gente che viene apposta per quello. Qui a Berlino come sapete c’è anche il festival del porno e ci sono altri eventi simili, per cui nessuno è rimasto sorpreso che un’idea del genere potesse venire qua. Se sia accettato o meno nel resto della Germania non saprei, ma qui è abbastanza normale.

F.S. (Dresden,  insegnante di tedesco, donna): Sì, ne ho sentito parlare, ma non dalla TV o dai giornali. Se ne legge su Facebook più che altro. Non mi sento di dire che sia una cosa normale. Mi domando quanti controlli ci siano, quante di queste ragazze (o ragazzi) faccia davvero liberamente questo mestiere. Mi è capitato di parlarne anche con i miei allievi dell’ultimo anno…. Ma sono questioni molto spinose. Si tende a salvare la facciata, a metterci l’anima in pace pensando che sia tutto legale e chiudere gli occhi, nonostante sia stato riportato non solo da inchieste, ma anche da report delle nazioni unite, che il problema di tratta di esseri umani non è affatto diminuito.

S.K. (Köln, studente di medicina, donna): io studio virologia ed infettivologia. Per questo si parla spesso anche della prostituzione, pure nei miei studi, perché le malattie a trasmissione sessuale non sono una passeggiata e sono sempre in aumento. Ho letto che purtroppo non si sempre il preservativo e questo lo ritengo davvero pericoloso per la salute pubblica…. Magari alcuni dei clienti sono pure spostati e rischiano di contrarre malattie come Epatite, o il virus HIV, ed infettare le inconsapevoli consorti. Credo che l’utilizzo di una APP sullo smartphone possa incentivare maggiormente questo tipo di comportamenti…. Non si deve uscire da una camera d’albergo, i dati vengono trattati con estrema privacy. Facile come ordinarsi una pizza.

M.S. (Stuttgart, impiegato ufficio acquisti, uomo): in Germania si ha sempre l’illusione che legalizzando vada tutto bene, quando è chiaro in questo ambito, come in altri, che non sia sempre così. Qui c’è un po’ l’idea che se una persona vuole vendere il suo corpo è giusto che possa farlo in sicurezza e legalità. Noi tedeschi abbiamo molto a cuore la libertà personale. Ma mi domando in questo caso quanto sia reale la libertà in questi casi, e quanto sia moralmente giusta. A mio figlio cercherò di insegnare che non è giusto comprare il corpo di altri, indipendentemente dalla legge, e spero di non dover mai trovare app del genere sul suo telefonino. Di questa app si è parlato molto fra colleghi, penso che qualcuno abbia anche intenzione di usarla, il non dover entrare fisicamente in un bordello deve sembrare molto comodo.

Quello che a me pare di capire da queste testimonianze è che dal 2002 ad oggi la società tedesca accetta la prostituzione, anche se non se ne parla sempre apertamente. La discrezione di questa applicazione fa gola a molti (presumo non solo  tedeschi dato che il turismo sessuale con destinazione Germania viene un po’ da tutta Europa, Italia compresa). Per i fondatori dovrebbe essere uno strumento in grado di garantire anche la sicurezza dei “professionisti del sesso”: i fondatori dell’app gestita dalla Startup berlinese affermano di assicurarsi attraverso interviste telefoniche se le prostitute si registrano volontariamente o forzatamente, cosa che è difficile da determinare anche per la stessa polizia tedesca quando si trova a controllare i bordelli. Il traffiking e la prostituzione forzata sono diventati un problema in una nazione in cui la prostituzione è legale e dove il business è cresciuto tantissimo e dove i prezzi stanno crollando, anche se la richiesta aumenta continuamente.

club barNel caso di questa applicazione, oltre alle normali domande sulla
effettiva volontarietà e sicurezza delle prostitute
, alle quali non posso dar risposta non avendo dati in mano, mi domando se la scelta di legalizzare, che ha portato oltre all’apertura di numerosi bordelli, addirittura alla costituzione di un’app per cellulari stile “prendiamoci una pizza e scegliamo quale dal menù”, in che modo abbia modificato la percezione che il popolo tedesco, e non solo, abbia non solo della prostituzione, ma dei corpi delle donne. Corpi che si possono comprare attraverso un listino come per noleggiarsi un’automobile. Una nazione che veniva visitata da turisti di tutto il mondo perché interessati alla sua storia ed alla sua cultura, al muro di Berlino, al Pergamon o ai bellissimi castelli e ai mercatini di Natale, ora si trova ad essere famosa per il “sesso a pagamento più economico d’Europa”.

Purtroppo non si parla solo di Germania, infatti il successo di questa applicazione sta portando a studi per eventuali aperture di mercato nel resto d’Europa, si parla ad esempio di paesi in cui la prostituzione è legale e regolamentata come le limitrofe Svizzera e Austria o addirittura la Grecia (qui è possibile trovare una mappa interattiva dei possibili mercati). La stessa Italia è considerata un ottimo mercato potenziale per questa APP, tanto da essere raccomandata da alcuni quotidiani nazionali e riviste importanti.

aaa

Mi chiedo se sia giusto che se davvero qualche donna vuole fare questo mestiere per sua scelta (e sarebbe comunque parte di un’esigua minoranza) per tutelare i suoi diritti debba rompere il patto sociale con le altre donne, che vengono sfruttate come tutti sappiamo. Io credo di no.


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