Il 5 ottobre scorso,migliaia di cittadini iraniani sono scesi per le strade di Berlino dando vita ad una grande manifestazione di solidarietà nei confronti dei 7 ostaggi iraniani ingiustamente portati via dal Campo di Ashraf, città poco distante da Baghdad, dove vivono circa 3000 rifugiati iraniani da più di 20 anni. I 7 ostaggi sono stati catturati dopo l’attacco avvenuto nel Campo di Ashraf lo scorso 1° settembre, attacco che ha visto come principale artefice il governo iracheno e che ha causato la morte di 50 cittadini. La manifestazione dei cittadini iraniani nella capitale tedesca è solo uno dei tanti tentativi di appello alla comunità internazionale che i sostenitori dei Mujaheddin del Popolo iraniano hanno messo in atto dopo la strage del 1° settembre scorso. Dal giorno dell’eccidio infatti sono molti i cittadini iraniani residenti in tutto il mondo, che hanno indetto uno sciopero della fame. L’ennesimo attacco immotivato al campo di Ashraf e il silenzio della comunità internazionale ha fatto sì che la protesta dei sostenitori dei Mujaheddin questa volta fosse ancora più sentita. Scioperi della fame sono in corso da più di un mese a Ginevra (dove tra l’altro si trova un sit-in permanente dei sostenitori dell’OMPI proprio fuori il palazzo delle Nazioni Unite), Londra, Melbourne e Ottawa. Anche gli iraniani residenti in Camp Liberty, l’altro campo profughi dove decine di ex residenti di Ashraf sono stati trasferiti lo scorso anno, stanno proseguendo con lo sciopero della fame.
La manifestazione di Berlino si è snodata lungo le strade della città, partendo proprio da Neustadtische Kirchstrasse, luogo in cui si trova l’Ambasciata Americana in Germania. Il ruolo del Governo Americano è certamente importante per la risoluzione dell’ennesima prevaricazione del presidente iracheno Nouri Maliki, responsabile insieme al suo governo dell’ultimo attacco ad Ashraf e di quelli verificatisi precedentemente, dopo che il il governo americano ha affidato all’Iraq la tutela dei rifugiati iraniani, protetti dalla Quarta Convenzione di Ginevra, la cui tutela rientra fra l’altro, nelle competenze dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR). I sostenitori dell’OMPI che hanno manifestato a Berlino, oltre a fare un appello all’ONU e alle associazioni per i diritti umani, si sono rivolti soprattutto al Governo Americano che ha affidato all’Iraq la tutela dei residenti di Ashraf e al governo tedesco, che ha mostrato passività nei confronti dell’accaduto. La Germania, dopo Iran e Usa, è uno dei maggiori partner commerciali dell’Iraq.
A Berlino i manifestanti iraniani e non, sono accorsi in migliaia da tutta la Germania, per un appello che non intende fermarsi e che vuole ricordare soprattutto all’Europa che il silenzio nei confronti di una strage simile è un vero e proprio attentato ai diritti umani, gli stessi diritti che il vecchio continente si pregia sempre di tutelare.
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