Berlino ruffiana, Berlino stupenda

[Berlin] Le passi in mezzo perché ti alza la gonna e ti guarda disinvolta, come a dire: "Che fai, non vieni?"
Non ho mai visto una città più ruffiana di Berlino, una collana di gadget, ma stasera era incantevole con la luce radente, dolcissima, messa lì a lusingare le sue guance. Non sai mai se è il tramonto o se invece sono le tue carezze a farle arrossire, o se è qualcuna di quelle sue misteriose malattie che la infiammano.
Città di volti e di storielle da raccontare, città popolana e concreta fino a comunicare una disarmante insensibilità, Berlino rifugge dall'epica monumentale con cui ambisce a presentarsi. Città spesso proprio brutta, mi è spesso capitato di dire, ma mai insignificante, città indescrivibile, da vivere nei suoi crocevia sotterranei e accaldati, stasera era un sogno.
E una città, è vero, ma una città che qua e là fatichi a districare da un bosco fantastico, dove esistono ancora i mostri e la povertà, ma dove lo sguardo ancora capace può indovinare un senso e un perché. E no che non ci fai pace, con i mostri e con la povertà, ma sai che sei in questa storia e devi affrontarli. Una città ruffiana, dicevo: ti fa sentire protagonista di una favola tutta luci e felicità come magia sugli occhi. Provo a portare con me la sua luce, ma vorrei tanto raccontare il suo silenzio (e quello sguardo).
Ma, poi, non ne sono così sicuro.