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Berlino segreta - Franz Hessel

Creato il 13 settembre 2013 da La Stamberga Dei Lettori
Berlino segreta - Franz HesselI Contenuti

In questo affascinante ritratto della Berlino degli anni '20 del Novecento, Franz Hessel ci fa conoscere la sua visione del mondo e la sua proposta di una garbata forma di resistenza personale alla frenesia della modernità, basata su una personalissima etica di rinuncia al piacere del possesso.

La Recensione

Franz Hessel è stato uno dei maggiori protagonisti della vita artistica berlinese durante il periodo della Repubblica di Weimar. Di origine ebraica, era nato a Stettino il 21 novembre 1880; per sfuggire alla persecuzione nazista si rifugiò, come altri intellettuali tedeschi ed austriaci, nella Francia del Sud, a Sanary sur Mer. Ivi morì il 6 gennaio 1941, in un campo di internamento dove, allo scoppio della guerra, era stato rinchiuso, come tanti suoi concittadini, in quanto straniero.

Negli anni '20, con la moglie Helen Grund, pittrice e traduttrice, e l'amico Henri-Pierre Roché, Hessel aveva dato vita ad una sorta di triangolo amoroso, del quale lo stesso Roché trasse ispirazione per il romanzo "Jules et Jim", cui in seguito si rifece il regista francese Truffaut nell'omonimo, indimenticabile film (1961/62)  con Jeanne Moreau.
Famoso per aver dedicato gran parte della propria produzione giornalistica alle passeggiate per le strade di Parigi -oltre che di Berlino, dove pure soggiornò-, L'autore tedesco è considerato il più significativo esponente, nel suo Paese, della cosiddetta "flanerie" (termine coniato, diversi anni prima, da Baudelaire), cioè l'arte di passeggiare con calma, senza una meta precisa, per conoscerne una città e penetrarne i segreti. A tale proposito pubblicò nel 1929 una raccolta di saggi, "Spazieren in Berlin". Tra i romanzi: "Pariser Romanze", 1920 ("Romanza parigina. Carte di un disperso", Adelphi, 1997, pp. 92) e il presente "Heimliches Berlin", 1927 (cioè "Berlino segreto"), scritto, tra il 1924 e il 1925 durante un breve soggiorno a Parigi, pubblicato nel 1927 ( l'editore era Rowohlt di Berlino, con cui a lungo lo scrittore collaborò) e ripubblicato in Germania solo nel 1982 (ed. Suhrkamp). La presente, con Elliot, è la prima edizione italiana, arricchita da un ottimo saggio introduttivo della traduttrice Eva Banchelli.
Teatro della vicenda -più che un romanzo, una sorta di commedia di costume in tredici scene, che si dipana nell'arco di ventiquattr'ore- è il quartiere Ovest della capitale tedesca, la zona attorno al vasto parco cittadino del Tiergarten, amata dalla borghesia colta e prediletta dall'intelligentia bohemienne, un "mondo di ieri" destinato a scomparire di fronte all'avanzata dei nuovi ricchi, coloro che hanno fatto fortuna negli anni della (prima) grande inflazione -1919/1924-. I luoghi che formano un universo che affiora qua e là, una sorta di "segreto" magico, custodito dai diversi personaggi nell'animo dei quali il difficile periodo di crisi, per il momento alle spalle, ha lasciato una consapevolezza di assoluta precarietà, un' inquietudine diffusa, un'ansia insopprimibile a spostarsi da un luogo all'altro, per trovare, forse (!), un significato alla propria esistenza. Ecco allora la figura principale della rappresentazione: Wendelin Domrau, bello, elegante, slanciato, un giovane la cui presenza allieta uomini e donne della sua cerchia, che vive a Berlino fino all'estate del 1924. Quando egli, dopo mille titubanze, se ne va -chissà fino a quando, poi...- tutti si accorgono del vuoto che ha lasciato. Compagna dei suoi stati d'animo è la bellissima Karola, la quale vorrebbe, a sua volta, partire, ma non riesce a prendere una decisione. Ama, ricambiata, Wendelin, ma nessuno dei due parrebbe riuscire a dar corpo al piano di fuga. Oltretutto è legatissima al figlio Erwin, di otto anni. Ella è sposata con Clemens Kestner, amico a sua volta di Wendelin, un colto e bizzarro docente universitario di filologia, studioso di storia antica e molto occupato nella traduzione di Omero. A una società avida di guadagno, egli contrappone una tranquilla morale del "non possesso". Hessel ce ne fa conoscere i sentimenti, prendendosi in modo bonario gioco di lui. Clemens ama davvero sua moglie, ma, di fronte alla prospettiva che Karola lo lasci per viaggiare con Wendelin, è più preoccupato dall'idea di perdere quest'ultimo (così narcisista, fragile e capace di rievocargli gli anni giovanili), piuttosto che la donna, con la quale, in fondo, il legame non si spezzerà mai! Evidenti sono, nell'intreccio, i riferimenti autobiografici.
Lo stile  è scorrevole, quasi musicale, in grado di adattarsi al registro itinerante del racconto. I toni ci sono tutti, con preferenza verso l'umoristico e l'ironico, come il contrasto tra i "sogni di gloria" di Wendelin e la modesta realtà della pensioncina in cui egli vive , "al quarto piano sopra negozi ed uffici, tra Friedrichstrasse e Unter den Linden". Protagonista assoluto è il paesaggio cittadino, che emerge discreto, il supporto imprescindibile, il sipario sul quale s'intrecciano le vite degli stravaganti personaggi, tutti  ritratti con cura dal vivo. I cognomi adottati sono espressione del personaggio stesso, ma in una sorta di rovesciamento sarcastico: ad esempio, un tale Schilfkrot (Ranocchia, in tedesco) è un applaudito cantante, ispirato ad una celebrità dell'epoca, realmente esistita e famosa a Berlino in quel periodo.   Donne fatali, alla Marlene Dietrich (alla quale Hessel dedicò un suggestivo libretto, nel 1931), come Margot, che ama indossare camicie maschili e passeggiare a cavallo nel Tiergarten, in compagnia di baldi giovani, Wendelin in testa, va da sé. O come l'inquietante, sessualmente ambigua, Fancy Freo, la cui specialità consiste nell'eseguire "le più audaci canzonette berlinesi con il massimo di raffinatezza e il minimo di sguaiataggine". 
Una quotidianità che finisce per coincidere con un grande caffè-concerto, ma che, sotto una veste spensierata e disinibita, nasconde una carattere di attesa drammatica; ma ancora pulsante di vita e di colore. Tra pochi anni il nazismo, accolto con entusiasmo da troppi -anche se Berlino non ne fu certo la culla-, coprirà tutto col suo nero sudario.  
Giudizio:
+5stelle+

Articolo di Mara
Dettagli del libro
  • Titolo: Berlino segreta
  • Titolo originale: Heimliches Berlin
  • Autore: Franz Hessel
  • Traduttore: Eva Banchelli
  • Editore: Elliot
  • Data di Pubblicazione: Maggio 2013
  • Collana: Raggi
  • ISBN-13: 9788861923485
  • Pagine: 149
  • Formato - Prezzo: Brossura; Euro 16,50
Berlino segreta - Franz Hessel
                 

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