È passato più di un mese dal mio piccolo viaggio a Berlino. Eppure, ancora adesso, ogni tanto qualcosa riaffiora.
Ed ho in mente le immense strade e le distanze fuori misura. La mia misura, ça va sans dire.
Karl-Marx-Allee - maggio 2011 - foto Mia
La sensazione, forte ma non immediata, di trovarsi in un luogo carico di cose, di ritrovarsi a passeggiare in una città che, in un certo senso, ha solo poco più di vent’anni. Una città che si cerca, che cerca di trovarsi. Una città in continuo mutamento. Una città in cui il presente e il passato cercano un modo equilibrato di convivere.
dove vado? - maggio 2011 - foto xnoise
Una città con un senso artistico estremamente sviluppato, dalle piccole alle grandi cose. Una città piena di piccole e grandi macchie di colore. Che passeggi, e ogni tanto ti fermi, perché la macchia di colore ha preso il sopravvento. E nella macchia di colore, la sensazione di possibilità. Di eventualità.
vai a spasso e trovi un fiore - maggio 2011 - foto Mia
Ripenso al muro. Che nemmeno volevo andare a vedere, non so dire neanche bene perché. Che poi, quando lo vedi, e ci cammini accanto, nel bel mezzo di un ennesimo passo per quelle distanze chilometriche pensi. Pensi che l’uomo è folle.
il folle muro - maggio 2011 - foto xnoise
Un altro passo e pensi. Che l’uomo è così folle che ripete le sue follie, all’infinito. Ancora e ancora.
ancora muri (palestina) - foto via frafilm.blog.kataweb.it
E mi viene spesso in mente l’uso dello spazio pubblico. I parchi, i giardini per i bambini, gli orti collettivi.
Ho avuto l’impressione, da viaggiatrice occasionale passata da lì per soli cinque giorni, quindi, insomma, magari mi sbaglio, che a Berlino si vive il fuori, e lo si vive insieme.
berlino - maggio 2011 - foto Mia
facciamoci l'orto - maggio 2011 - foto xnoise
prima le bancherelle, poi lo svacco - maggio 2011 - foto xnoise
E poi, anzi no. E sopratutto,
passeggiando per Kreuzberg (dettaglio) - maggio 2011 - foto xnoise