Berlusconi, confermata la condanna a 7 anni per il caso Ruby e richiesta di rinvio a Giudizio per il Caso Escort

Creato il 12 luglio 2014 da Nicola933
di Consiglia Grande - 12 luglio 2014

Di Consiglia Grande. Berlusconi incassa con quasi ripugnanza la requisitoria del sostituto procuratore generale di Milano sul processo Ruby e la richiesta di rinvio a giudizio giunta dalla procura di Bari sul caso escort. Entrambi i giudicati potrebbero incidere negativamente in tema di riforme, di cui ultimamente si discute a Palazzo Madama.

Ma analizziamo entrambe le fattispecie: per quanto concerne il Caso Ruby, sono stati confermati i sette anni di carcere inflitti in primo grado. La richiesta di condanna era stata formulata dal sostituto procuratore generale di Milano Piero De Petris: costui, al termine di una requisitoria, durata all’incirca sei ore, ha chiesto ai giudici di non concedere al Cavaliere le attenuanti generiche per i fatti contestati, per il complessivo comportamento tenuto dall’imputato e per il precedente penale della condanna per il caso Mediaset. Ha inoltre spiegato perché L’ex premier vada ritenuto responsabile di concussione e prostituzione minorile: nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 avrebbe fatto pressioni sui funzionari della questura milanese, attraverso una vera e propria minaccia, se vogliamo, di consegnare la giovane marocchina Ruby, fermata per via di un furto, a Nicole Minetti, nonché consigliere ministeriale regionale presso la Presidenza del Consiglio. Da ciò si desume che in realtà Berlusconi fosse pienamente consapevole della minore età della ragazza in questione. Intanto i suoi legali, Franco Coppi e Filippo Dinacci, prenderanno parola il 15 e il 16 luglio per le arringhe difensive.

In merito al processo Escort, secondo i magistrati della procura di Bari, Berlusconi avrebbe pagato l’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini per indurlo a mentire sulle escort, portate nelle sue residenze estive tra il 2008 e il 2009. E sembra proprio che Tarantini abbia mentito, per cui il Cavaliere rischierebbe un processo per induzione a rendere dichiarazioni mendaci all’autorità giudiziaria. D’altronde il procuratore aggiunto di Bari, Pasquale Drago, ha chiesto il rinvio a giudizio per il faccendiere Walter Lavitola, accusato di concorso nello stesso reato, in quanto sarebbe stato proprio lui a fare da manovalanza per la consegna del denaro dell’ex premier a Tarantini. L’importo della somma trasferitogli sarebbe equivalente a 10mila euro al mese, oltre a 500mila euro aggiunti per l’avvio di un’attività economica. Il cavaliere smentisce, sostenendo di aver sempre avuto piacere di dare a chi ne avesse bisogno.


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