a cura di Iannozzi Giuseppe
I documenti della diplomazia americana diffusi da Wikileaks e rilanciati su internet da El Pais, New York Times, Guardian e Le Monde fanno tremare le ginocchia ai leaders europei. Oltre 200mila documenti, di cui ben 3.012 sull’Italia.
3 febbraio 2003 – foto Ansa
Il giudizio dell’incaricata d’affari americana a Roma Elizabeth Dibble sul presidente del Consiglio Silvio Berlusconi: “Incapace, portavoce di Putin. Vanitoso e inefficace come leader europeo moderno… fisicamente e politicamente debole le cui frequenti lunghe nottate e l’inclinazione ai party significano che non si riposa a sufficienza”. Stando ai documenti svelati da Wikileaks, Berlusconi è guardato con poca o nulla fiducia quando non con aperto sospetto, in particolare per i suoi rapporti con Vladimir Putin. I rapporti americani parlano di rapporti sempre più stretti fra Berlusconi e Putin, rapporti rafforzati da “regali sontuosi” e da “contratti energetici lucrativi”. I diplomatici segnalano anche la presenza di “misteriosi intermediari”. Nei documenti appare anche il ministro degli Esteri Franco Frattini, che avrebbe espresso “frustrazione per il doppio gioco di espansione verso l’Europa e l’Iran da parte della Turchia”.
Vladimir Putin viene definito “alpha dog”, ovvero il maschio dominante: è una delle espressioni nei cablogrammi del Dipartimento di Stato.
All’inizio di quest’anno il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha chiesto specifiche informazioni su eventuali “investimenti personali del premier e di Vladimir Putin” di cui Berlusconi sembra essere “il portavoce europeo”. Preoccupazione viene espressa per eventuali investimenti che “possano condizionare le politiche estere o economiche dei rispettivi paesi”, soprattutto per l’intesa tra Eni e Gazprom su Southstream, il mega-gasdotto che collegherà Russia e Ue.
Per il momento il Cavaliere se la ride e vola da Gheddafi.